A cura della Redazione

Scoperti i "giardini segreti" della 'Ndrangheta, dove si coltivava cannabis. La Squadra Mobile di Vibo Valentia, con l'ausilio dello SCO (il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato) ha arrestato 18 persone, tra cui Emanuele Mancuso, figlio 30enne del boss Pantaleone, capo della omonima cosca di Limbadi. Per otto persone è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per nove gli arresti domiciliari e per una l’obbligo di dimora. Altre 21 persone sono state indagate a vario titolo per narcotraffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Mancuso - hanno scoperto gli inquirenti - acquistava i migliori semi di canapa in enormi quantità su internet. Tutto regolare perché i semi possono essere comprati per collezionismo. Solo che quei semi venivano utilizzati per creare una piantagione con ben 26mila piante nel Vibonese. 

In particolare, con l’acquisto online di semi di canapa indiana e di concime, effettuati direttamente dal capoclan, l’organizzazione realizzava le strutture dove piantare i semi, curare la germinazione e la fioritura delle piante, la crescita, la lavorazione e, infine, l’immissione sulle piazze di spaccio. Le varie attività erano assicurate dagli affiliati di Mancuso, ma anche da mano d’opera reclutata tra extracomunitari.

In totale sono state sequestrate 26mila piante in grado di produrre circa 2 milioni di dosi di hashish o marijuana, per un valore di 20 milioni di euro.

Perquisite e sequestrate le 18 sedi di una società specializzata nella vendita di semi di canapa indiana, collocate fra Alessandria, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Chieti Genova, Imperia, Lecce, Milano, Napoli, Salerno e Savona.

Il boss e i suoi, sebbene non fisicamente presenti, vigilavano sulle loro preziose coltivazioni, grazie ad alcuni droni che facevano volare per controllare sia i lavoratori sia le colture.

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