A cura della Redazione

La DDA di Caltanissetta ha revocato il decreto di perquisizione a casa di Paolo Mondani e presso la redazione di Report. Lo fa sapere Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore della trasmissione di RaiTre.

Il decreto rigardava l'acquisizione di documenti relativi alla inchiesta andata in onda lunedì 23 maggio (dal titolo "La bestia nera") sulla strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, in cui si ipotizzava il legame tra Mafia, organizzazioni fasciste e poteri deviati dello Stato. In particolare, emergeva la figura di Stefano delle Chiaie, esponente di Avanguardia Nazionale, sul luogo della strage. Un particolare ricostruito grazie a testimonianze finora inedite e raccolte nel corso dell'inchiesta di Report.

Un atto, quello della magistratura, che ha suscitato non poche polemiche in ragione soprattutto della mancata tutela delle fonti da cui sono state attinte le notizie che hanno poi caratterizzato il servizio giornalistico dell'inviato Paolo Mondani.

"Ribadisco il pieno rispetto dell'operato della magistratura, e ribadisco che non ho percepito il decreto di perquisizione come un atto ostile nei confronti di Report o del nostro inviato Paolo Mondani - scrive Ranucci su Facebook -. Abbiamo sempre collaborato con la magistratura e con le forze dell'ordine. Abbiamo però sottolineato un possibile problema di tutela delle fonti. Le fonti di chi fa giornalismo d'inchiesta sono da tempo sotto attacco. Abbiamo accolto con piacere la decisione della DDA di Caltanissetta di revocare il decreto di perquisizione e di acquisizione di copia forense di pc e telefonini del nostro giornalista. Ringrazio tutti coloro che hanno manifestato concretamente solidarietà alla redazione, a partire dal sindacato USIGRai, dalla Federazione Nazionale della Stampa, e i vertici dell'Ordine dei Giornalisti, la cui voce si è fatta sentire puntuale forte e chiara. Grazie a chi nel mondo della politica e delle istituzioni si è schierato a tutela della libertà di stampa. Spero che questa sia l'occasione non solo per ribadire la necessità di una stampa libera - ha concluso Ranucci -, ma far approvare leggi che tutelino le fonti giornalistiche e chi pratica giornalismo e che non ha alle spalle una grande azienda come la Rai. Penso a tutti quei colleghi dei quotidiani o dei vari network locali, soggetti a pressioni, intimidazioni e che sono pure sottopagati".

Intanto, Ranucci anticipa che nella puntata di lunedì prossimo, "torneremo ad occuparci delle testimonianze sulla presenza di Stefano delle Chiaie a Capaci".