A cura della Redazione

Sono 511 i cittadini rumeni indagati dalla Procura di Bari per aver ottenuto, indebitamente, il reddito di cittadinanza. Le indagini, espletate dalla Guardia di Finanza del capoluogo pugliese, hanno appurato che i soggetti coinvolti nella frode avrebbero falsamente autocertificato di essere residenti in Italia da almeno 10 anni per ottenere illecitamente il beneficio dello Stato, ricevendo complessivamente oltre 1.100.000 euro.

Nel corso dello sviluppo dell'indagine, inoltre i finanzieri del Nucleo Operativo Metropolitano di Bari hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo fino alla somma di 465.123,90 euro nei confronti di un commerciante esercente l’attività di tabaccheria nonché dell’azienda, indagato per il reato di riciclaggio.

L’articolata attività investigativa, in materia di spesa pubblica, aveva permesso di individuare un cospicuo numero di soggetti di nazionalità romena che avrebbero richiesto all’Agenzia delle Entrate l’assegnazione del codice fiscale nel corso del biennio 2019/2020, al fine di poter presentare la DSU e ricevere la rispettiva attestazione ISEE, documenti propedeutici all’effettuazione della richiesta del reddito di cittadinanza, che avrebbe consentito ai soggetti rumeni di percepire indebitamente il predetto sussidio economico.

E' stato individuato anche un dipendente di un CAF ubicato a Bari che avrebbe provveduto ad inoltrare la quasi totalità delle domande per l’ottenimento del reddito di cittadinanza.

L’ulteriore approfondimento investigativo ha consentito ai militari di scoprire, poi, un altro soggetto, titolare di una tabaccheria di Bari, che, attraverso l’esecuzione di operazioni finanziarie fraudolente connesse ad acquisti simulati, avrebbe permesso a 307 dei suddetti cittadini rumeni di monetizzare le somme indebitamente percepite dall’INPS, ostacolando in tal modo l’identificazione della provenienza delittuosa del profitto illecito, consistente in oltre 465.000 euro. In sostanza, il tabaccaio avrebbe riciclato il denaro impropriamente percepito dai beneficiari della misura.

A Lucca, in Toscana, sono invece 30 le persone indagate sempre per aver ricevuto il reddito di cittadinanza in modo indebito, per un ammontare complessivo di circa 210.000 euro.

L’attività della Guardia di Finanza ha riguardato la verifica del possesso dei requisiti oggettivi – reddituali e patrimoniali – e soggettivi dei beneficiari, tra cui l’assenza di misure cautelari pendenti e la residenza nel territorio italiano per un periodo minimo di 10 anni.

L’analisi effettuata incrociando le banche dati messe a disposizione dall’INPS, ha consentito di constatare numerose irregolarità nei confronti di beneficiari che hanno omesso di dichiarare disponibilità economiche emergenti da vincite al gioco on-line, ovvero in una situazione la percezione di reddito di impresa da un soggetto del nucleo familiare, o ancora la comunicazione delle informazioni circa lo stato di detenzione domiciliare e condanne intervenute nei 10 anni precedenti relative al coniuge convivente.

Si è dimostrata ricorrente la casistica in cui il soggetto richiedente non risiedeva in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo, come la norma richiede.

Tra i vari casi acclarati, quanto rilevato dalle fiamme gialle del Gruppo di Lucca su un soggetto che, successivamente alla presentazione della domanda di RdC, effettuava numerose giocate registrate su un conto gioco a lui riconducibile, arrivando a movimentare, nel solo 2021, somme per oltre 320.000 euro.

I finanzieri del Gruppo Viareggio, invece, nel corso di un controllo all’interno di un salone per parrucchiera di Serravezza, hanno identificato una lavoratrice intenta a svolgere le proprie mansioni in totale assenza di qualsivoglia contratto di lavoro dipendente. I successivi accertamenti hanno permesso di riscontrare che la ragazza, la quale riceveva dal datore di lavoro una “paga” di circa 400 euro in denaro contante, era anche percettrice, dal mese di luglio del 2022, del reddito di cittadinanza per un importo pari a 500 euro mensili.