A cura della Redazione

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., coordinati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal magistrato Giovanni Bombardieri,hanno eseguito - in Calabria, Campania e Lazio - un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino che dispone l’applicazione della misura del sequestro di beni per un valore complessivamente stimato in 40 milioni di euro.

La misura cautelare reale costituisce l’epilogo di una complessa indagine di carattere economico-patrimoniale, esperita dai militari del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., nei confronti di due imprenditori di Gioia Tauro, indiziati di essere collusi con la cosca di ‘ndrangheta’ che fa capo alla famiglia “Piromalli - Molè”, con la quale avrebbero instaurato una cointeressenza mafiosa di assoluto spessore, duratura nel tempo e ben radicata.

Le investigazioni avrebbero disvelato un articolato sistema di frode fiscale, realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’IVA e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che ordinariamente consente di acquistare in regime di non imponibilità.

Complessivamente sono stati sequestrati compendi aziendali costituiti da 6 imprese attive nei settori, tra gli altri, del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, della manutenzione e riparazione di containers e della locazione immobiliare di beni propri, una ditta individuale operante nel settore agricolo, quote di una società operante nel settore della locazione immobiliare di beni propri, 9 fabbricati, di cui 7 ubicati a Roma, 5 autovetture, 4 orologi di lusso, nonché disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato di 40 milioni di euro.