A cura della Redazione
Il libro di Tonino Scala: "Da onorata società a società per azioni” è stato ieri sera presentato nel centro sociale Pompei-LAB, presente anche i giovani del forum. E’ stato il racconto del salto di qualità fatto dalla camorra dell’ultimo ventennio. Il libro é il sunto dell´impegno politico di Tonino (nella foto), una forma attuale di meridionalismo, praticato da un giovane che è pervenuto al ruolo di dirigente politico della Sinistra nelle stanze istituzionali. Partito dalla militanza studentesca nei movimenti anticamorra, fino al compito di Presidente dell´Osservatorio Contro la Camorra e la Criminalità Organizzata. Il libro di Scala è stato presentato ai giovani universitari e delle medie superiori di Pompei, che sono accorsi numerosi ed interessati alle sue considerazioni e ed alle sue esperienze. "Morti ammazzati - scrive Scala - ad ogni ora del giorno, ragazzini armati, pronti a lavare col sangue finanche uno sguardo di troppo. Il grido disperato del ventre di Napoli, la voglia di guardare avanti, nonostante tutto”. E’ la denuncia del giovane che ha vissuto sulla sua pelle, nella vicina Castellammare di Stabia, negli anni 90, la guerra di faida tra le famiglie degli Imparato e dei D’Alessandro. Scala descrive nel suo libro la storia della camorra napoletana, da fenomeno di sopraffazione sociale a rete di affarismo che va dalle sigarette, alla droga, dal cemento all’abusivismo edilizio, dal controllo degli appalti all’affare dei rifiuti, per finire alla prostituzione, alla contraffazione dei marchi fino al mercato della musica neomelodica. Un’economia per così dire sommersa ma conosciuta, imposta ed evidente. Prima è stata tollerata dai poteri dello stato, successivamente si è infiltrata nei poteri pubblici per deviarne e condizionarne le iniziative. L’inizio del cambiamento, partito con il rapimento Cirillo, si è ramificato negli apparati locali e nazionali. La riprova é nel numero crescente delle amministrazioni campane, commissariate per infiltrazioni della camorra. ”Ero uno studente, allora, (negli anni 90) – ricorda Tonino Scala - insieme a tante altre ragazze e ragazzi abbiamo sentito l’esigenza di riunirci in movimento. Le riunioni, seduti in cerchio, i cortei, gli incontri, i sit-in. Il nostro sud doveva ribellarsi. Sfilavamo quotidianamente con gli striscioni colorati e la resistenza alla maglietta. Era un movimento il nostro di giovani, di studenti medi ed universitari che parlava di legalità e di lotta alla camorra”. MARIO CARDONE