A cura della Redazione
Non è un segreto per nessuno che uno dei luoghi più gettonati dai visitatori, che ogni anno arrivano numerosi degli Scavi archeologici di Pompei, è costituito dall’edificio il Lupanare. Un piccolo ingresso con una serie di celle contenente un letto in muratura. Giusto lo spazio strettamente necessario per l’esercizio dell’antico mestiere. Non a caso attualmente li chiamano casini. I nomi delle meretrici sono indicati con graffiti sui muri, insieme alle valutazioni delle prestazione praticate dalle inquiline, specialiste dell’arte del sesso, insieme al listino dei prezzi praticati ai clienti. Il meretricio praticato sotto il cono del Vesuvio, che nel primo secolo dopo cristo (epoca della sua distruzione vulcanica) era porto di mare di rinomanza universale per il traffico delle e degli schiavi (e quindi anche di prostitute e di prostituti). Una straordinaria raccolta pompeiana di testimonianze archeologiche del fenomeno della prostituzione e dell’eros, costituita da affreschi, graffiti e statue è tenuta nel gabinetto segreto del Museo Nazionale di Napoli, un tempo severamente vietato alle donne ed ai bambini. L’argomento ha costituito ampia materia per un volume scritto a due mani dal sovrintendente archeologico di Napoli e Pompei, Pietro Giovanni Guzzo, insieme a Vincenzo Scarano Ussani. L’ opera è stata presentata martedì sera al museo archeologico di Napoli. Se è vero che la lingua è lo scrigno dell’immaginario e dei costumi di un popolo il fatto che il latino contenga oltre cinquanta sinonimi di meretrix (l’equivalente di prostituzione in italiano) la dice lunga sulla diffusione di quella’antico mestiere (ex corpo lucrum facere) nella società romana. Pompei, unico esempio di città rimasta quasi indenne per venti secoli, contiene inalterate le testimonianze di un costume che si praticava anche fuori dalle case adibite allo scopo . Ne viene fuori la morale pagana di Pompei ed il suo universo, dove il sesso fuori dal matrimonio (riservato alla procreazione della stirpe) è una merce come un’altra che serve esclusivamente alla soddisfazione del Capo famiglia. E’ anche una storia di sfruttamento e miseria, inserita nella cornice di una società schiavistica. MARIO CARDONE