A cura della Redazione
Si riaccende con tre nuovi avvisi di garanzia l’inchiesta giudiziaria sulla variante del centro storico di Pompei. Allo stato dei fatti, però, è spuntato solo un altro nome a quelli della passata giunta amministrativa di Pompei (escluso il vicesindaco), del titolare del chiosco e del RUP. Si tratta di Gerardo Gallotta, un geometra dell’ufficio tecnico di Pompei. Gli avvisi contestati al sindaco Claudio D’Alessio ed al direttore dell’ufficio tecnico e RUP Andrea Nunziata riguardano nuove ipotesi di reato collegate ad ipotetiche false dichiarazioni sullo stato di regolarità di un chiosco sito all’interno della “Fonte Salutare”, una modesta area verde, collegata a piazza Schettini. Il progetto di ristrutturazione complessivo prevede che la Fonte Salutare diventi un corpo solo con la piazza. Il nocciolo dell’intrigata vicenda giudiziaria è dato dalla regolarità o meno di una variante in corso d’opera, deliberata dalla passata giunta amministrativa sul progetto originario, che prevedeva lo spostamento e la contestuale ricostruzione ed ampliamento del chiosco in questione con fondi pubblici. L’iniziativa della giunta e gli atti amministrativi consequenziali, secondo il magistrato inquirente del Tribunale di Torre Annunziata, presentano i vizi di essere (il chiosco) di proprietà di un parente di un assessore della giunta di allora ed essere parzialmente abusivo (metri 44 anziché 32 come autorizzato). Da questa situazione sono state viste come viziate da reato le delibere di giunta, le comunicazioni interne e quelle ad organismi di controllo (Soprintendenza ambientale) come ipotesi di reato. Secondo gli avvisi di garanzia di mercoledì mattina il Gallotta avrebbe fornito, sulla base della documentazione agli atti, false indicazioni ai militari (il 27 febbraio del 2001) sul ripristino dello stato dei luoghi del chiosco. In estrema sintesi doveva esser abbattuta l’appendice aggiuntiva (non autorizzata) di 12 metri quadrati al manufatto originario. Secondo le dichiarazioni di Gallotta il chiosco sarebbe ritornato nelle misure autorizzate mentre ciò non risulta dai documenti agli atti. Sempre in relazione alla regolarità del chiosco incriminato sarebbero state rilasciate dichiarazioni per la variante, soggette a vaglio da parte del magistrato. Il sindaco Claudio D’Alessio avrebbe assicurato all’allora dirigente UTC Fiorenza ed al progettista Nardi che esso “risultava regolarmente autorizzato sia per l’occupazione del suolo pubblico che per la realizzazione stessa del manufatto”. Parimenti il RUP Nunziata non avrebbe informato la Soprintendenza ambientale delle due ordinanze di demolizione del chiosco. Inoltre avrebbe taciuto che l’opera prevista nella variante era in corso e non ancora da realizzare. Nel Palazzo dopo un primo momento di comprensibile tensione è insorto un elemento di novità che ha rasserenato l’ambiente. A loro dire (cioè dell’amministrazione in carica) sarebbe stato trovato in archivio l’atto interno, non consegnato alla magistratura dal primo momento. Esso comproverebbe da un lato la buona fede del Gallotta nella sua dichiarazione mentre rimetterebbe in discussione l’impianto accusatorio. Resta il giallo di come mai questo documento sia uscito fuori solo adesso (pare nell’ufficio dei vigili urbani). Altro argomento é se il documento in questione vale effettivamente a scagionare quanti sono implicati nella faccenda della variante del chiosco della Fonte Salutare. Inutile dire che a Pompei aleggia da qualche tempo lo spettro del commissariamento ma è presto per parlare: c’è un processo che deve essere ancora celebrato. MARIO CARDONE