A cura della Redazione
“Nel prossimo consiglio comunale torneremo sull’argomento dell’assegnazione della presidenza – ha dichiarato Giuseppe Tortora – si tratta di una carica di garanzia, per questo motivo la reclamiamo. Essa spetta alla minoranza”. E’ un argomento, quello della presidenza del consiglio comunale, che Tortora, approfittando della divisione in casa IDV che ha messo D’Alessio in stand-by, ha già proposto nell’assise precedente. La replica del primo cittadino non si è fatta attendere: “Non ci sono le condizioni politiche”. Tortora (Udc) intende, comunque, riprovarci. Il sindaco di Pompei declinando la proposta ha confrontato indirettamente lo scenario politico attuale con quello della passata amministrazione in cui, dopo la fase iniziale in cui fu eletto Pasquale Avino, successivamente subentrò Salvatore Alfano, leader della più forte coalizione elettorale avversaria. Ora se evidentemente Tortora si trova nelle stesse condizioni di partenza di Alfano ma nel frattempo qualche cosa è cambiata. In che senso? In primis le cifre della vittoria elettorale di D’Alessio hanno una diversa portata. Nel 2004 D’Alessio ha ricevuto il comando della città con 12 consiglieri comunali, ora ne ha 15. Ha a disposizione una larga maggioranza su cui può contare per sedare qualsiasi levata di scudi. Nel 2004 le cose stavano diversamente, anche se l’avvicinamento politico (operato anche in quel caso dal solito Lo Sapio) è partito, secondo alcuni, già in campagna elettorale. Fatto sta che D’Alessio ha nei fatti stabilito con Alfano (ed in un certo senso anche con Arturo Sorrentino) un patto non scritto per assicurarsi appoggi esterni nei momenti di bisogno. Un’intesa che alla fin dei conti ha giovato a tutti ma che oggigiorno non è proponibile perché se Alfano è stato salutato dalla maggioranza come un nuovo “acquisto”, al contrario Tortora viene considerato un “traditore” da isolare. Nel caso di Alfano il figlio si è presentato candidato nel P.D. al suo posto nelle elezioni di primavera. D’Alessio lo ha inserito nella sua giunta amministrativa mentre il nome di Salvatore Alfano viene fatto come probabile successore di Giugliano alla direzione generale del Comune (si dice che tra un anno ci sarà la staffetta tra padre e figlio). Tortora, al contrario, è uscito dalla maggioranza nel cui ambito era stato eletto alla provincia. Ora viene considerato un dissidente perché prima si è rifiutato di aderire al Partito Democratico, passando all’Udc (mentre aveva ricoperto l’incarico di commissario cittadino della Margherita) successivamente ha deciso di scendere in campo alle comunali, candidandosi a sindaco di Pompei contro il suo antico alleato D’Alessio. MARIO CARDONE