A cura della Redazione
Il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, ha risposto in prima persona alle numerose polemiche che gli sono state mosse sui lavori di recupero del centro storico (Piazza Schettini e Fonte Salutare). Lo ha fatto in modo inconsueto. Ha scritto una lettera aperta ai concittadini, che ieri è apparsa, sotto forma di manifesto, sulle mura della città. Nel mentre bisogna dare atto al primo cittadino della disponibilità alla partecipazione sulle problematiche della ristrutturazione della piazza (anche se con un poco di ritardo), bisogna altresì testimoniare che le proteste insorte sulla qualità, il progetto, l’esecuzione ed i tempi del recupero del centro storico di Pompei trovano un fondamento valido, specie se si tiene conto del mare di soldi pubblici che é costato (€ 1.484.499). Il risultato finale è avvilente: le cose sono peggiorate rispetto a prima. D’Alessio nella sua lettera aperta ha difeso, da bravo avvocato, le sue ragioni: il progetto è stato approvato 11 anni fa. Prima del suo insediamento sulla poltrona di sindaco sono arrivati anche i finanziamenti. Lui ha trovato tutto già quasi fatto. “Al tempo del mio primo insediamento, avvenuto nel luglio 2004. Non ho potuto fare altro che prendere atto di una situazione preesistente alla mia elezione – sta scritto nel manifesto – ho dovuto proseguire, sebbene con qualche variante che le norme mi consentivano”. Per una di queste varianti (va detto per inciso, ma nel manifesto non ne è fatta menzione) D’Alessio e quasi la totalità della sua giunta si sono beccati recentemente un avviso di garanzia. La gara d’appalto è stata bandita nel 2006 – si prosegue nel manifesto – risultò aggiudicataria l’impresa Ati Lima–Interflora”. D’Alessio ha spiegato i contrasti insorti con la ditta appaltatrice che “non aveva eseguito le opere a regola d’arte”. A questo punto il sindaco di Pompei non ha trovato utile altra soluzione se non quella di non concedere proroghe alla ditta Ati Lima-Interflora, decurtandole i pagamenti arretrati. “Le somme economizzate – ha promesso il primo cittadino – saranno utilizzate nei tempi brevi per riqualificare sia le opere a verde sia la pavimentazione che la riorganizzazione del parco giochi”. A questo punto è tutto chiaro. Resta solo una legittima domanda da parte della collettività: chi pagherà i danni? Evidentemente il sindaco D’Alessio deve insieme all’Ufficio legale del Comune valutare anche l’opportunità di aprire un contenzioso giudiziario. MARIO CARDONE