A cura della Redazione
E’ passato oltre un mese dalla scadenza del tempo assegnato per contratto alla società genovese che ebbe in appalto l’istruzione delle pratiche di condono edile a Pompei. Allo stato dei fatti risulta che meno di trecento pratiche (su quattromilacinquecento) hanno tagliato il traguardo. Vale a dire che i rispettivi titolari che hanno ricevuto il titolo di autorizzazione per la costruzione edile secondo un progetto regolarmente approvato dalla commissione ambientale sono meno della decima parte di quelli previsti. Come si spiega al lentezza dell’iter procedurale? Perché non sono stati rispettati i termini prestabiliti? Secondo gli uffici competenti del comune di Pompei non si può attribuire tutta la colpa del ritardo alla ditta che deve istruire le pratiche di condono. Lavoro tecnico-amministrativo che consiste nella verifica della documentazione presentata a suo tempo a sostegno della domanda di condono edile. Né si può fare una colpa del ritardo alla commissione ambientale a cui complete approvare, a cose fatte, il documento di condono edile che è il presupposto per la successiva certificazione del permesso di costruire. In mezzo alle due procedure (il primo preparatorio, il secondo autorizzativo) c’è la fase del pagamento delle tasse da parte dei diretti beneficiari, che a quanto pare procede a rilento. Diritti di segreteria più oneri di urbanizzazione vanno pagati entro trenta giorni dalla presentazione dei documenti, mentre la cifra corrispondente al danno ambientale (vale a dire la multa per aver costruito abusivamente) viene pagata in un secondo momento. A quanto pare è proprio il ritardo del pagamento della prima quota (che ha un ammontare che aumenta a secondo l’importanza della costruzione che deve essere portata in bonus) che rallenta i tempi complessivi per il rilascio del titolo di costruzione. Vale la pena di far notare che l’aver fatto partire il meccanismo di rilascio delle licenze edili condonate tra la prima e la seconda tornata amministrativa targata D’Alessio è stato probabilmente una delle chiavi di volta per la vittoria alle recenti elezioni. Quattromilacinquecento pratiche è un numero pari alla metà di quello delle famiglie residenti a Pompei, senza contare la ripresa di lavoro nel settore edile, rimasto praticamente fermo. Un argomento su cui l’opposizione non si è probabilmente soffermato durante la disastrosa campagna elettorale. MARIO CARDONE