A cura della Redazione
Lo stallo dei lavori di ristrutturazione alle Case operaie è continuo motivo di commento, a Pompei, tra i tecnici della città ed i privati cittadini. Non si capisce il fermo del cantiere ad opera praticamente ultimata. Intanto le staccionate invadono le strade del centro. Negli ultimi giorni si è determinato un incidente automobilistico in cui una macchina è andata a sbattere contro una di esse. Il progetto di ristrutturazione delle case Operaie è un’opera pubblica che vede come committente il Comune di Pompei su beni immobili di proprietà della Chiesa. Nelle quattro palazzine deve nascere un centro d’accoglienza per la madre ed il bambino che è frutto di un accordo tra l’ Ente comunale e del Santuario di Pompei. Dal punto di vista giuridico è un’opera sociale a gestione partecipata di un’iniziativa sociale. Nei fatti è una soluzione di accoglienza per i ragazzi dell’orfanotrofio del Santuario di Pompei in case famiglia, secondo la nuova normativa. Ora sull’argomento del fermo la Chiesa rimanda la palla alle responsabilità del Comune, committente dei lavori edili. Ci sarebbe stata, secondo fonti del Santuario, una sospensione dei lavori a seguito di un contrasto con la ditta appaltante a causa proprio del mancato rispetto dei tempi di consegna anche se oggettivamente ci sono state alcune pause dovute ai controlli esercitati dalla soprintendenza Archeologica. L’Ufficio Tecnico del Comune ha smentito i contrasti. Secondo il dirigente Nunziata i lavori si avviano alla fase ultimativa. Il protocollo d’intesa tra il presidente della giunta regionale, il presidente della commissione straordinaria (il consiglio comunale era stato sciolto per infiltrazione camorristica), il Prelato e Delegato pontificio del Santuario della Beata Vergine del Rosario risale al 2004. Era prevista la costituzione di Case Famiglia nelle “Case Operaie”. La Regione Campania ha stanziato per la loro ristrutturazione un finanziamento di € 3.400.000. A carico del Santuario di Pompei è rimasto l’importo di € 1.100.000 per direzione e progettazione dei lavori. Al Comune di Pompei è stato lasciato l’unico l’onere dell’affidamento dei lavori edili e, successivamente, la partecipazione alla gestione delle Case Famiglia. A tal proposito è stato costituito un organismo di cogestione con una rappresentanza del Comune di Pompei “non inferiore ad un terzo dei componenti complessivi” e la durata ventennale del vincolo di destinazione della struttura (le quattro palazzine del centro storico). Successivamente, con delibera consiliare, il vincolo è stato portato a dieci anni. MARIO CARDONE