A cura della Redazione
Con le scuse formali da parte dei due consiglieri comunali del gruppo “Popolari per Pompei”, Carmine Cirillo e Maurizio Cipriano, sono state superate le riserve insorte nella maggioranza di Claudio D’Alessio in seguito alla loro assenza (almeno in un primo momento ingiustificata) nell’ultimo consiglio comunale, chiamato a deliberare su argomenti della massima importanza. Mercoledì sera si sono incontrati a Palazzo De Fusco i gruppi consiliari della maggioranza per ragionare sulle assenze dei due nell’ultima assise, che prevedeva l’assestamento di bilancio e la delibera sull’accollo (almeno provvisorio) da parte del Comune del lodo stipulato con la ditta PA.CO., che ha reclamato competenze extracontrattuali per ritardi causati dalla Stazione appaltante per il lavori pubblici alle ex Case Operaie, trasformate in Case famiglia per la missione sociale del Santuario di Pompei. Il dibattito stesso in consiglio comunale ha dimostrato che il voto alla delibera è stato dato per disciplina di parte. Invece, la gran parte dei consiglieri comunali di Pompei è dell’opinione che l’onere di 450 mila euro non può gravare sulle tasche dei cittadini ma si deve, invece, andare a fondo sulle responsabilità esterne (Regione e Santuario) ed interne (i due dirigenti che si sono avvicendati nella funzione di RUP) all’amministrazione comunale per stabilire chi deve pagare le prossime rate per complessivi 300mila euro, dal momento che la prima rata di 100mila sarà pagata dalla Chiesa di Pompei. Chi ha partecipato all’assise, riservata ai soli gruppi consiliari della maggioranza (era assente anche il sindaco Claudio D’Alessio) ha riferito che la riunione è stata pacata e non ci sono state contrapposizioni, anche se nei giorni successivi al consiglio comunale ci sono state evidenti fibrillazioni che hanno avuto risalto anche sulla stampa locale. Sono state precisate di comune accordo delle regole: chi non è in grado di partecipare alla prossima assise ne deve dare formale comunicazione (e giustificazione). A questo punto è superata ogni divergenza? Non si può dire perché nei rapporti permane qualche riserva. E’ certo, però, che il gruppo di maggioranza si presenta all’opinione pubblica con un profilo più robusto perché ha fatto capire di essere intenzionato a passare sulla sponda opposta. MARIO CARDONE