A cura della Redazione
Più di un milione di euro è la richiesta avanzata dal Comune di Pompei per gli oneri urbanistici. Sono immediatamente precipitate nelle sabbie mobili la trattative che l’Arcivescovo-Prelato Carlo Liberati aveva avviato per trasformare in centro congressuale un edificio diroccato, abbandonato e teatro di atti vandalici notturni: l’ex seminario, “la vela” sita sulla collina di Sant’Abbondio. Per ricevere l’attestato di cambio di destinazione d’uso l’’ufficio tecnico ha chiesto oltre un milione di euro. La portata della spesa ha spaventato l’Arcivescovo-Prelato, che evidentemente non l’aveva prevista. Il Prelato non ha mancato di sfogare la sua delusione alla prima delle sue frequenti esternazioni. Maggiore la recriminazione dei cittadini di Pompei che avevano assegnato ai progetti turistici della Chiesa le speranze di sistemazione dei figli in cerca di un posto di lavoro. A questo punto, sembra pregiudicata ogni prospettiva. Anche la ristrutturazione (per la riapertura) dell’Albergo del Rosario viaggia sul pericolo di contenzioso. I lavori, già in cantiere, sono stati preventivati per alcuni milioni di euro. Il minimo necessario per rimettere in piedi il prestigioso Grand Hotel di Pompei, rimasto chiuso per circa vent’anni. Per la sua riapertura si prevede l’assunzione di almeno cinquanta giovani tra camerieri, portieri, facchini ed operai. Nell’ambiente si vocifera, però, che la chiesa non ha gradito il passaggio di testimone tra l’imprenditore turistico locale, che aveva stipulato il contratto di gestione dell’immobile con l’arcivescovo Liberati, ed un gruppo immobiliare, originario di Pontecagnano, che si è inserito a pieno titolo nell’affare, rilevando le azioni del “Grand Hotel del Rosario”. La Chiesa ha notificato la mancanza di gradimento della nuova controparte ma non si conosce quale riscontro ci sia stato. Viene mantenuto il massimo riserbo sulle trattative di compromesso. A questo punto una cosa è certa: ci saranno rallentamenti riguardo all’apertura dell’albergo. Se si tiene conto anche del fallimento dell’iniziativa che vedeva impegnata la Regione Campania nel finanziamento dei lavori di ristrutturazione dell’orfanotrofio femminile, il quadro è completo. L’orfanotrofio “Sacro Cuore” é un edificio enorme sito di fronte all’ingresso degli Scavi archeologici di Piazza Anfiteatro. In esso doveva sorgere il museo della città di Pompei. Ora il progetto è saltato e con esso molte speranze coltivate dalla politica. MARIO CARDONE