A cura della Redazione
Dal 5 marzo “I calchi” di Pompei sono in mostra nell’Antiquarium di Boscoreale. Si tratta di una mostra didattica che rientra un ciclo organizzato dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, sullo studio del mondo antico sulla base dei reperti archeologici dell’area vesuviana. La mostra “I calchi” affronta un argomento di particolare interesse: quello delle vittime dell’eruzione del Vesuvio, che distrusse Pompei nel 79 d.C.. Nel percorso sono state esposte sagome di persone, animali e cose che trasportano nel tempo le evidenze di una giornata normale finita in una tragedia collettiva. Sono figure realizzate con il metodo Fiorelli (che è stato uno dei primi soprintendenti degli Scavi). La tecnica di composizione si basa su una colata di gesso liquido nella cavità lasciata dal corpo nella base vulcanica, in modo da recuperare l´immagine delle vittime dell´eruzione dalle orme lasciate sul suolo dopo la decomposizione. La mostra parte dal un calco di cane, quello di un maiale, poi c’è il calco di una donna trovata nella Villa della Pisanella di Boscoreale. Le novità sono rappresentate da un gruppo familiare, dalla Casa del Bracciale d’oro, ed il calco di un bambino ritrovato nelle vicinanze. Dalla Casa del Criptoportico proviene il calco di un uomo con evidenti tracce dei calzari con i resti delle borchie in ferro, e quello dell’uomo caduto dalle scale durante la fuga dalla Casa di Fabio Rufo. Sono in mostra anche il calco in resina (trasparente) realizzato con tecnica recente, eseguito su una vittima dell’eruzione tornata alla luce nel corso dello scavo della Villa di Lucius Crassius Tertius di Oplontis. La mostra, aperta fino al 20 dicembre, è visitabile con lo stesso biglietto di accesso al Museo negli orari di apertura dell’Antiquarium di Boscoreale. In occasione della Festa della donna sarà distribuita ai visitatori la copia della poesia “La bambina di Pompei” di Primo Levi, ispirata proprio da un calco di una vittima pompeiana. MARIO CARDONE