A cura della Redazione
Due sono i fronti delle polemiche, per la verità aperte da tempo, da parte dei sindacati, dopo il rovinoso crollo della palestra delle armi degli aristocratici pompeiani. La prima riguarda la mancanza di una direzione certa e stabile della soprintendenza (per cui la Uil richiama alle sue responsabilità lo stesso ministro Bondi). La seconda riguarda la mancanza cronica di personale che non consente un monitoraggio certo sulla sicurezza del monumento archeologico più importante del nostro Paese. E’ sotto gli occhi di tutti che dopo la partenza del professore Guzzo è mancata a Pompei una leadership credibile del personale scientifico e di quello di sorveglianza. La direzione generale MIBAC ha proceduto a strappi con incarichi limitati mentre i due commissari governativi che si sono succeduti nell’incarico (Profili e Fiore) hanno finito per prendere spazi oltre le loro competenze (anche per mancanza di cultura archeologica). “Sono gravi le responsabilità del Ministro Bondi che si è affidato alle cure del Commissariamento di Pompei – ha dichiarato Cerasoli per la Uil -; molto probabilmente la Schola armaturam è crollata per effetto delle infiltrazioni d’acqua ma è singolare che durante la gestione commissariale che era deputata proprio alla messa in sicurezza, nessuno si sia reso conto dello stato in cui tale casa si trovava”. A questa considerazione Antonio Pepe del sindacato Cisl ha dichiarato: “Fiore aveva detto che l’emergenza a Pompei era finita. Il crollo di ieri ha dimostrato in modo lampante che si sbagliava”. Pepe e tutto il Sindacato hanno segnalato ripetutamente l’esigenza di assumere personale impegnato esclusivamente a monitorare lo stato di conservazione per poter intervenire a garantire la manutenzione ordinaria dei beni archeologici, ricchi di edifici, affreschi e mosaici in ordine ai 44 ettari. “Abbiamo cercato di promuovere la realizzazione di un programma efficace per la conservazione del bene archeologico pompeiano – ha dichiarato Pepe - Pompei non può essere gestita part-time e senza poteri. Il rischio è che questa realtà culturale d’importanza mondiale resti perennemente al centro delle polemiche”. MARIO CARDONE