A cura della Redazione
Potrebbero entrare nelle casse del Comune di Pompei 5-6 milioni di euro. Una boccata di ossigeno per una finanza comunale asfittica che non lascia spazio al sindaco Claudio D’Alessio per alcuna iniziativa, mentre sale la pressione della gente per provvedimenti che riguardano la manutenzione delle strade e della strutture pubbliche (come le scuole). L’operazione di assestamento di bilancio, votato nell’ultimo Consiglio comunale di Pompei, è stata facilitata dall’anticipo di 500 mila euro di un tesoretto che riguarda tributi arretrati. Cartelle di tasse non pagate da parte di povera gente ma anche da un certo numero di furbetti che i soldi li ha ma riesce a nasconderli con abilità. Carte che giacciono da qualche anno negli archivi dell’esattoria ma l’amministrazione e l’esattoria non hanno ancora abbassato la guardia perché sono allo studio azioni legali di recupero (come pignoramenti ed ipoteche giudiziarie) per pervenire all’incasso del dovuto. Il Comune di Pompei ha allo studio un provvedimento, già sperimentato da alcune grandi comunità (come Salerno), per far rifluire in bilancio nella voce contabile di sopravvenienze attive liquidità di esito incerto. Si tratta di un’operazione di mini condono che consisterebbe nell’assicurare il risparmio di una cifra per i morosi che potrebbe avvicinarsi al 50%. Attualmente l’importo del non riscosso presso l’esattoria comunale è di 40 milioni di euro. Di questa cifra solo 13 milioni riguarderebbe l’operazione di possibile condono, che sarebbe limitato agli anni che vanno dal 2000 al 2007. A regime la sopravvenienza attiva (vale a dire l’incasso prospettico) che interesserebbe il bilancio 2011 potrebbe avvicinarsi ad una cifra che va dai 5 ai 6 milioni di euro. La decisione, se adottare il provvedimento o meno, è di natura squisitamente politica perché, come è già stato detto, ad essere attualmente morosi non sono esclusivamente persone in difficoltà economica ma anche una serie di contribuenti facoltosi che, dotati di amicizie e commercialisti preparati, ci stanno provando ad eludere il fisco comunale. Da valutare da parte dell’amministrazione sono le risorse che dovrebbero essere impiegate (in questo secondo caso) in una vertenza legale dall’esito incerto. Sono in ballo anche motivi di equità perché si tratta di avvantaggiare fiscalmente soggetti che non lo meritano e che certamente non brillano per coscienza civica. Gioca a favore della decisione (ed il dato non è di poco conto) la possibilità di usufruire di mezzi freschi in un periodo in cui i tagli statali ed il dissesto regionale offrono scarse prospettive alla città. MARIO CARDONE