A cura della Redazione
Il sistema democratico funziona sui numeri. Ineluttabilmente. Chi ha i numeri ha un ruolo ed un potere che ha il diritto ed il dovere di esercitare con autonomia di giudizio. La mia voce, le mie idee, lo dicono i numeri, lo testimonia il mio ruolo, sono sicuramente rappresentazione ed espressione di ciò che pensa una minoranza. Ma il sistema democratico, affinché la democrazia non si trasformi nella dittatura della maggioranza, impone che le voci, le idee, le espressioni della minoranza vengano comunque ascoltate, considerate, almeno udite, e non certo seppellite da manifestazioni di arroganza e prepotenza che separino ulteriormente e irreversibilmente quelle che dovrebbero essere parti impegnate su un fronte comune. L’arroganza in particolare, quelli che i greci chiamavano Ubris, era un peccato gravissimo, addirittura un crimine, un atto che generava una Tisi, una nemesi, una sciagura, che si abbatteva su tutto il Genos, il popolo, la razza, la stirpe dell’autore del peccato. La nostra sciagura si chiama Sari. Un sito inquinato ed inquinante che per quanto riguarda me e la minoranza che rappresento (e magari anche qualche legge al momento in attesa di soddisfazione...), va immediatamente chiuso e bonificato. Lo dice la relazione dell’esperto del comune, lo dicono i dati relativi alle sostanze riscontrate nelle falde acquifere, lo dicevano anche tanti altri che poi si sono rimangiati quanto affermato. Il Sindaco di Terzigno e quello di Boscoreale avevano adottato uno strumento idoneo ed efficace. Un ordinanza che, sulla base dei dati rilevati e ai sensi degli artt. 50 e 54 del T.U. 267/2000 ed al D. M. della Sanità del 5 settembre 1994, per il principio di precauzione riguardante un grave pericolo per la salute pubblica, inibiva lo sversamento nella Discarica Sari. L’hanno ritirata. E non sono disposti a reiterarla. Dicono sia “illeggittima”, un’ illegittimità chiaramente solo presunta, atteso che si è fatto in modo da non discuterla nella sedie preposta, ossia al TAR. Come se invece sia legittimo sversare in un sito che presenta tracce di sostanze cancerogene perfino a 240 metri di profondità, un sito del quale si sconoscono le falde acquifere presenti a 20, 50 e 100 metri di profondità, un sito che si trova nel Parco Nazionale del Vesuvio e che infesta della puzza dei biogas decine di migliaia di persone. Una tisis, nemesi, una sciagura, il portato di decenni di ubris politica, amministrativa e giuridica che si abbatte su una popolazione innocente e colpevole, un’arroganza ed una prepotenza che tuttora attraverso pantomime e teatrini prepara e determina le sciagure del popolo che sarà. Io, per quanto riguarda me e la minoranza che rappresento ( e sempre qualche legge al momento in attesa di soddisfazione...), continuo a chiedere che la Sari venga immediatamente chiusa e bonificata. Francesco Paolo Oreste Consigliere PD Boscoreale