A cura della Redazione
Non decolla a Pompei, come del reso in tutto gli altri comuni della Campania, la collaborazione tra gli uffici tributari comunali e lAgenzia delle Entrate di Napoli che punta, sulla base di una norma governativa, ad incrementare laccertamento fiscale. In primis, sul piano politico, lamministrazione comunale è poco incline verso unattività di collaborazione con il fisco centrale, che potrebbe comportare per i politici in carica la reputazione di "spie del fisco" nei confronti del proprio elettorato sempre molto sensibile sullargomento. Inoltre, non sono ancora ben chiari i benefici economici che derivano ai Comuni dallattività di accertamento fiscale con la trasmissione dei dati attraverso la rete telematica, desunti dalle dichiarazioni dei redditi e dalle notizie presenti a livello locale sui diversi contribuenti. La convenzione firmata nel 2009 dal comune di Pompei con lAgenzia delle Entrate di Napoli prevede la partecipazione del 30% sulle maggiori entrati fiscali, che saranno reperibili grazie alle notizie messe a disposizione del fisco nazionale. Sta di fatto che linterscambio di dati su base telematica è praticamente fermo perché la norma istitutiva della convenzione firmata dal comune di Pompei non ha incontrato finora un riscontro soddisfacente in quanto manca a livello politico (a Pompei come nel resto della Campania) la disponibilità a praticare iniziative concrete contro levasione fiscale (si parla sempre di finanza nazionale). Altre regioni hanno assunto, al contrario, un atteggiamento propositivo, ritenendo che una convenzione come quella firmata e mai messa in pratica dal comune di Pompei possa servire a rimpinguare i flussi finanziari necessari a sostituire i minori trasferimenti da parte dello Stato. Ma per quali tipologie di tasse possono intervenire positivamente i comuni come Pompei? Innanzitutto, la collaborazione può derivare dal trasferimento di dati che riguardano la tipologia degli immobili. Inoltre, rientrano nella collaborazione comunale le entrate da IVA. Ma le notizie più appetitose per lo Stato italiano sono quelle che attengono ai patrimoni allestero di cittadini più facoltosi su cui le spie comunali (sempre se DAlessio e compagni fossero daccordo) potrebbero dare un prezioso contributo se fossero messe in grado di operare.
MARIO CARDONE