A cura della Redazione
La Rete dei Comitati vesuviani continua ad incalzare i Sindaci della "zona rossa" affinché continui il confronto tra cittadini e amministratori al fine di proporre soluzioni operative al ciclo dei rifiuti dell’area vesuviana. Nell’incontro di ieri al Comune di Terzigno, abbiamo espresso le nostre preoccupazioni per il ritardo con cui si arriva a questi incontri per l’approssimarsi dell’esaurimento della ex Sari che aprirà, di fatto, una nuova emergenza dai risvolti catastrofici. Di concerto con l’altro Comitato presente, abbiamo precisato che la frazione FOS proveniente dagli STIR di Tufino, proposta nell’ultimo incontro di Boscoreale, sia incompatibile con l’area protetta del Parco del Vesuvio e che gli impianti industriali previsti dalla filiera del ciclo dei rifiuti devono essere collocati al di fuori dei limiti dell’area protetta del Parco Nazionale. Era stata chiesta, inoltre, l’azione univoca dei diciotto Comuni tesa alla riduzione dei rifiuti e ad alimentare la raccolta differenziata in modo omogeneo su tutto il territorio vesuviano. Pertantom si esprime soddisfazione per aver visto recepite tali istanze nel documento sottoscritto dai Sindaci al termine dell’incontro. Da parte nostra, poi, abbiamo sottoposto al tavolo l’esigenza irrinunciabile di programmare un sito di compostaggio che ponesse le premesse per lo smaltimento della frazione organica, a tutt’oggi smaltita fuori regione. Un impianto di compostaggio al di fuori della zona protetta del Parco, che produca economia, occupazione e non faccia pagare la quota della differenziazione dell´umido al comune sede del sito, con trasformazione della Tarsu in Tia. Un impianto che potesse fare a meno di fondi pubblici e che si alimentasse da solo producendo ricchezza. Sul prossimo tavolo, si spera tecnico, il progetto verrà formalizzato. A nostro modesto parere il sito di compostaggio costituisce la base per il decollo del ciclo corretto dei rifiuti. Troppo spesso si sente parlare di rifiuti zero partendo dalla coda (impiantistica per la trasformazione della frazione indifferenziata) e non dalla testa (le 4R per intenderci), in primo luogo riduzione a monte del rifiuto, raccolta differenziata spinta e impianto di compostaggio che costituiscono il primo passo per scongiurare nuovi scempi, sempre possibili, nel Parco Nazionale del Vesuvio e creare le condizioni per chiudere la discarica Sari al più presto. Si esprime pertanto moderata soddisfazione per il prosieguo del confronto, cn l´auspicio che possa creare le basi per passare dalla catastrofe ambientale nel Parco del Vesuvio ad una inversione di politica dei rifiuti che riporti il ciclo dei rifiuti all’ordinario, premessa indispensabile per chiudere il capitolo discariche e iniziare la bonifica dell’intero territorio. Rete dei Comitati vesuviani