A cura della Redazione
Il sindaco Claudio D’Alessio ha conferito al suo vice Claudio Alfano la delega al Personale. Gioie e dolori, come si dice in questi casi, per il giovane rampante del Partito Democratico, che molti danno come cavallo favorito dal sindaco in carica per la corsa alla poltrona di primo cittadino nella sfida elettorale che ci sarà fra tre anni, perché la nomina è capitata (forse non a caso) in un momento di scontro inedito tra politica e sindacato al Comune di Pompei. La posta in gioco, che riguarda prevalentemente la Polizia Municipale, attiene alla congruità di una posta di bilancio. Per dirla in breve, l´Amministrazione, che vede nel segretario comunale il braccio operativo silenzioso e spietato, accusa il corpo dei caschi bianchi di fare da asso pigliatutto. Sul versante opposto c’è una pregiudiziale nei confronti della politica di maggioranza da parte del sindacato aziendale, che non vuol sentire ragioni: o si pagano tutte le spettanze o si ricorre al giudice del lavoro. A questo punto delegare Claudio "il giovane" (per distinguerlo da quello più attempato che comanda a Pompei) potrebbe sembrare una cattiveria ma se si ragiona non è così. Il figlio dell’ex presidente del Consiglio comunale sta dimostrando di avere le carte in regola. L’occasione è buona per mettersi in gioco e dimostrare a tutti quanto vale nel campo minato della mediazione con la classe lavoratrice. Si è mosso fino ad ora con umiltà e pazienza ma ha fatto frutto del basso profilo per rendersi padrone dei segreti della macchina comunale che bisogna rubare, perché non vengono certo spiegati in un corso di formazione. L’incarico della gestione del personale del Comune non l’ha trovato impreparato. Alfano ha le conoscenze, l’equilibrio e la modestia (che in politica è una dote rara) per portare a termine il suo non facile compito e crescere di autorevolezza al fianco di Claudio D’Alessio. MARIO CARDONE