A cura della Redazione
“I soldi non mi preoccupano. Le capacità a Pompei ci sono”. Per il Ministro dei Beni e le Attività Culturali, GianCarlo Galan, i lavori di messa in sicurezza degli scavi di Pompei partiranni a breve e non si fermeranno più a causa della precarietà insita nelle antiche rovine. In altre parole, sarà sempre aggiornata la manutenzione delle antiche domus vesuviane, delle statue e degli affreschi del parco archeologico di Pompei la cui misura è di 65 ettari mentre solo 45 ne sono stati scavati ed è visitabile il 30 per cento della città antica. Galan è arrivato a Pompei insieme al presidente del Consiglio superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici, Andrea Carandini, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ed il vertice del suo Ministero, tra cui la soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro. La sovrintendente di Napoli e Pompei (anche lei di recente nomina) ha aperto la conferenza stampa con la spiegazione del piano organico di tutela del sito, partito dopo il crollo della Schola Armaturarum. Esso è fondato sulla metodologia della manutenzione preventiva e programmatica e si alimenta sulla base dei dati provenienti dal monitoraggio permanente delle strutture antiche e della misurazione dei rischi. Si tratta, in poche parole, di predisporre una mappatura dei rischi per interventi programmati per i quali, secondo il ministro, non dovrebbero più mancare i soldi perché arriverebbero copiosi dalla casse statali ed europee, recuperando anche finanziamenti inutilizzati. Il governatore Stefano Caldoro ha annunciato, da parte sua, l’impegno della comunità europea a finanziare con 100 milioni di euro il progetto di restauro di un monumento importante come quello di Pompei, il cui interesse va ben oltre l’ambito nazionale. “Qualsiasi abitante del pianeta c’invidia un parco archeologico del genere”. Ha affermato a sua volta Carandini, che ha proseguito: “Dopo i crolli di Pompei c’è stata prima la reazione della società civile. Successivamente sono arrivate le dimissioni di Bondi. Ora c’é la notizia di nuovi cospicui finanziamenti. Le crisi a volte servono - ha concluso - perché inducono a rivedere i comportamenti”. Attualmente Ministero e Soprintendenza dei Beni Archeologici prevedono di operare per la conservazione degli Scavi con quattro livelli d’intervento: preventivo, di manutenzione ordinaria, consolidamento e restauro. Il ministro Galan, anche se non ancora molto informato sulle problematiche, ha detto che non intende cambiare niente riguardo alla governance. Vale a dire, vuole lasciare tutto come sta riguardo ad autonomia di Pompei e creazione della fondazione, anche se si è detto aperto al contributo dei privati. MARIO CARDONE