A cura della Redazione
Copia-incolla e passa la notizia dei referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti. Il passaparola a Pompei e provincia sta viaggiando di casa in casa a mezzo internet. Una mail non costa niente. Soprattutto nessun potere la può fermare. Questa è la convinzione della società civile della popolazione vesuviana che confida di assicurare una massiccia partecipazione ai referendum. L’informazione ai cittadini è patrimonio degli strati più sensibili all’affermazione dei diritti costituzionalmente garantiti. “Il dramma è che la maggior parte della popolazione sembra non essere consapevole di quanto sta avvenendo”. E’ la denuncia che circola con e che viaggia insieme alla testimonianza di una ricercatrice universitaria che si è vista negare la partecipazione ad un programma della RAI all’ultimo momento. ”Sono una ricercatrice che si occupa di diritto ambientale e risorse idriche – ha fatto sapere Mariachiara -. L´altro ieri mattina dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell´acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche - ha spiegato -. Una circolare interna RAI ha vietato con effetto immediato a qualunque programma di toccare l´argomento fino al 12 e 13 giugno, quando si terrà il referendum. Alla fine il programma è saltato e il mio intervento pure”. Ha concluso la giovane ricercatrice precaria argomentando che il suo è un piccolo esempio di come "il servizio pubblico" viene messo a tacere mentre viene boicottato il diritto dei cittadini di essere informati e di partecipare (con tutti gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della cosa pubblica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di disconoscimento dei diritti dei singoli a Pompei ed in tutto il comprensorio vesuviano, è in corso una forte iniziativa, politicamente trasversale. “Riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente”. E’ scritto nella mail che in questi giorni gira per le case in una vera e propria catena di Sant’Antonio. Il referendum passa se viene raggiunto il quorum nazionale. E´ necessario che vadano a votare in tutto il Paese almeno 25 milioni di persone. E’ probabile che il referendum non venga pubblicizzato in tv con il risultato che milioni di cittadini non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum sull’acqua ed uno sul nucleare da votare il 12 e 13 giugno. MARIO CARDONE