A cura della Redazione
I sindacati aziendali Cisl e Uil degli Scavi archeologici di Pompei hanno criticato, in una circolare interna, l’organizzazione Sanp della visita straordinaria notturna delle Terme Suburbane prevista nella notte tra il 14 ed il 15 maggio. In quell’occasione gli Scavi di Pompei hanno aperto al pubblico, in via straordinaria e gratuita, in occasione de “La Notte dei Musei”, organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’iniziativa del sito archeologico pompeiano prevedeva una visita guidata al suggestivo complesso monumentale delle Terme Suburbane, illuminato per l’occasione. Si tratta di uno degli edifici termali pubblici più imponenti di età imperiale, posto all’ingresso di porta Marina, un tempo in posizione scenografica sul mare. Caratterizzato, inoltre, da una sontuosa decorazione, tra cui le pareti dipinte con scene marine della piscina fredda ed affreschi a tema erotico che ne decorano lo spogliatoio. In un comunicato stampa la Sanp aveva fatto sapere che era richiesta la prenotazione obbligatoria della visita. Ora i sindacati Cisl e Uil denunciano che nella nottata del 14 si è formata una ressa di circa tremila persone all’ingresso di Porta Marina, che sarebbero state lasciate fuori ai cancelli mentre avrebbero avuto accesso solo 156 visitatori regolarmente prenotatisi. “La notizia dell’evento straordinario di poter visitare gli Scavi di Pompei di notte, senza pagare un centesimo, aveva richiamato migliaia di visitatori ignari di doversi prenotare. La visita poteva essere effettuata solo da piccoli gruppi contingentati, formati da un ridotto numero di turisti che si erano prenotati - cita testualmente la circolare sindacale -. Ore di attesa, caos e tanta delusione. L’ingresso gratuito agli Scavi di Pompei si è trasformato in un boomerang. Sabato sera una folla di persone ha infatti atteso inutilmente per cercare di visitare le Terme Suburbane”. La considerazione finale dei rappresentanti dei dipendenti degli Scavi è che tutta la colpa del disguido è addebitabile alla “mancanza di un organizzazione del lavoro già tante volte denunciata dalle organizzazioni sindacali, che avrebbe fatto perdere alla Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei l’ennesima occasione per fare bella figura”. MARIO CARDONE