A cura della Redazione
Il summit dei capigruppo consiliari, svoltosi mercoledì mattina (il primo dopo le ferie estive) a Palazzo De Fusco, è stato caratterizzato dalla relazione dei tecnici della Circumvesuviana sulle prospettive dei lavori d’interramento e della costruzione della nuova stazione di Pompei Santuario. Si deve decidere il da fare, dato il silenzio assordante della giunta regionale Caldoro sui lavori d’interramento sulla tratta Torre Annunziata-Scafati, che influiscono sul traffico di Pompei. In gioco c´è il futuro economico della città perché non è possibile programmare alcunché in un’area continuamente a traffico bloccato a causa dei passaggi a livello. A sentire i tecnici dell´azienda di trasporto, non ci sono problemi relativamente ai finanziamenti pubblici. Anzi – a loro dire – arriverebbero ogni giorno telefonate per spingere verso l’apertura i cantieri programmati i cui iter burocratici preparatori sembrerebbero conclusi. A ben vedere le cose non stanno proprio così. Le notizie diffuse dai media in base a precisi comunicati della giunta regionale, in realtà parlano dell´apertura di cantieri per metropolitana, Fiera d’Oltremare, internet, tangenziale interna e raddoppio Statale 268 del Vesuvio. La Circumvesuviana non è menzionata tra le vie di collegamento da potenziare con i soldi pubblici. Evidentemente c’é stata la consapevole svolta di Caldoro ed i suoi, rispetto alla gestione precedente, che penalizza Pompei. A questo punto o la giunta D’Alessio ha la forza politica di mettere in campo azioni capaci di far rivedere le decisioni prese dall’esecutivo regionale, o è meglio che rivolga ad altri argomenti il suo interesse. Perché impegnare l’attenzione della gente (con un altro Consiglio monotematico) che non porta a niente, potrebbe far saltare la pazienza proverbiale dei pompeiani e produrre l’effetto opposto a quello auspicato. A questo punto bisogna anche fare il bilancio di due tornate amministrative D’Alessio che non hanno portato sinora a Pompei alcun risultato considerevole sul piano delle grandi opere pubbliche, sia sotto la gestione Bassolino che sotto quella attuale di Caldoro. Pompei, al di là dei proclami, non riceve da anni i favori dei governi regionale di ogni colore. C’è da fare autocritica? MARIO CARDONE