A cura della Redazione
“A margine della notizia riguardante l’installazione senza autorizzazione, da parte dell’organizzazione, del palco per la festa provinciale del Pd, che si tiene a Castellammare di Stabia, apprendo, con vivo rammarico e sincero allarme, essersi verificato un episodio che, se riscontrato, sarebbe di eccezionale gravità. I fatti sembrano essere i seguenti: nel corso della mattinata, mentre la polizia municipale iniziava a procedere alle operazioni necessarie riguardanti non solo il palco, ma anche la verifica del rispetto delle prescrizioni imposte nel provvedimento autorizzatorio quanto alle altre strutture, un giornalista freelance si è avvicinato alle strutture, anche in ragione della presenza e dell’attività di ufficiali e agenti della polizia municipale in divisa, e ha iniziato a scattare alcune fotografie. Purtroppo, mentre svolgeva il suo lavoro, espressione di quella libertà di stampa di cui oggi tanto si parla, sarebbe stato avvicinato da soggetti, sembra a vario titolo coinvolti nell’organizzazione della festa del Pd (e dei quali, immagino, si richiederà la pronta identificazione, essendo peraltro alcuni di essi personalmente noti al giornalista) che cercavano di indurlo a desistere dalla sua attività professionale anche, purtroppo, sembra, con minacce, fra le quali “Ti rompo la macchina fotografica”, “Mo l’hai ’nu schiaffone”. Fortunatamente, il giornalista aveva il sangue freddo e la prontezza di registrare a mezzo del proprio telefono cellulare l’intero episodio dal quale sembra sia possibile evincere le voci oltreché le espressioni degli intimidatori”. Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio. “Mi auguro che tale materiale venga prontamente messo a disposizione dell’autorità giudiziaria e che l’episodio venga altresì segnalato all’Ordine dei giornalisti perché vengano adottate le necessarie iniziative di tutela nei confronti del professionista intimidito esattamente nello stesso luogo in cui, poco meno di una settimana fa, proprio alcuni rappresentanti anche nazionali del Partito democratico mettevano in scena l’ennesima sceneggiata anticamorra a favore di una libertà di stampa che, evidentemente, praticano a senso unico. O che difendono a seconda delle convenienze. Peraltro, che cosa ci si può aspettare da un partito che cerca, senza riuscirci affatto, di presentarsi come difensore della legalità e del rispetto delle regole quando è il primo a calpestarle? Il Pd napoletano e quello stabiese si sentono talmente arroganti da montare una struttura per la propria festa provinciale senza le prescritte autorizzazioni e presentando, addirittura, una istanza autorizzatoria successiva al già avvenuto montaggio illecito del palco e, per di più, di dimensioni maggiori di quello illustrato nella successiva istanza, al solo fine di evitare di doversi sottoporre alla commissione spettacolo. Non è questo un modo per cercare di indurre in errore l’Amministrazione comunale? E i rappresentanti del Pd che sembra abbiano aggredito chi cercava solo di fare il suo lavoro di documentare i fatti, non temono di svelare così la loro natura di doppiopesisti? Doppiopesisti che, secondo le loro convenienze, prima difendono la libertà di stampa e tentano di accreditare la funzione anticamorra di un giornale che, diffondendo una notizia eventualmente coperta da segreto investigativo, avrebbe nei fatti favorito la camorra, danneggiando le indagini e mettendo a rischio i familiari del presunto collaboratore, e poi aggrediscono con metodi intimidatori di quello stesso sapore un giornalista nel timore che il suo lavoro ne possa svelare l’insanabile contraddizione. Questo è il vero volto del Pd: legalitario e anticamorra a chiacchiere; violatore di regole e abile intimidatore quando gli conviene”, ha concluso Bobbio: COMUNICATO