A cura della Redazione
Giallo sul crollo di un altro muro negli scavi di Pompei. La notizia diffusa in anteprima da alcuni sindacati è stata successivamente smentita (relativamente alla sua attualità) dalla direzione della Soprintendenza archeologica, che ha ispezionato il sito del presunto crollo congiuntamente ai carabinieri che, notoriamente, svolgono indagini sui crolli sotto la direzione della magistratura di Torre Annunziata. Stamattina, il custode di turno, durante il giro di ronda, ha notato e segnalato immediatamente il presunto nuovo crollo di un muro nella zona nord-ovest dell’area archeologica, in Via Consolare Regio sesto, insula 1 civico 4. Più precisamente, secondo un comunicato sindacale, il muro venuto giù farebbe parte del perimetro della Stalla dell’Albergo di Giulio Polibio e Agato Vaio. La segnalazione del muro crollato, come anche negli altri casi, è stata effettuata dal custode. La notizia è stata ripresa e diffusa dal sindacato aziendale della Cisl di Pompei, ma solo un’ora dopo è arrivata la secca smentita della Soprintendenza che, con un comunicato, ha annunciato che si tratta del parziale distacco d’intonaco della parte posteriore di una fontana. La SANP chiarisce che si è in presenza di un episodio non recente, cosa dimostrata dal fatto che sul posto c’è cresciuta la parietale (vegetazione spontanea). Si tratta, sempre secondo la Soprintendenza, di una casa scavata nel 1700, chiusa al pubblico. Per questo motivo, è stato precisato, il muro non costituisce pericolo per i turisti ed il suo restauro fa già parte delle opere preventivate dalla Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei. Riguardo al danno, il segretario responsabile Cisl, Antonio Pepe, ha riferito che si tratta di un muro antico ricoperto ancora di stucco originale. “Un crollo - spiega Pepe - come gli altri, dovuto prevalentemente all’incuria”. Argomento che secondo lui rafforza i dubbi sulla qualità della mappa del rischio per la messa in sicurezza del monumento all’aperto di Pompei. “Crolli di muro ce ne sono tutti i giorni”. Aveva dichiarato il ministro Giancarlo Galan alla conferenza stampa di ieri a Roma. A quanto pare ci ha azzeccato. Però bisogna fare bene attenzione a non diffondere inutili allarmismi che possono solo far male al patrimonio culturale di Pompei e a tutti coloro che, grazie ad esso, fanno magiare tutti i giorni le loro famiglie. Inoltre, si deve dire che fino alla gestione Guzzo, nonostante la scarsezza di risorse che già allora era cronica, la Soprintendenza Archeologica effettuava ogni mattina un lavoro di tutela e restauro pianificato a tavolino. Dal commissariamento degli scavi di Pompei in poi le cose sono radicalmente cambiate: la gestione ha assunto caratteri di estemporaneità a volta efficaci, a volte no. Attualmente, per quanto riguarda l’apertura di nuovi cantieri di lavoro, stagna nell’immobilità più assoluta. La richiesta urgente che arriva in coro da Cgil, Cisl e Uil (a quanto pare non condivisa da Galan) è di restituire l’autonomia gestionale a Pompei ed agli altri siti archeologici vesuviani. “Negli Scavi non è cambiato nulla, anzi stiamo peggio - continua il segretario Pepe -. Pompei ha bisogno di essere monitorata giorno e notte al fine di prevenire nuovi crolli. Il personale addetto alla manutenzione continua ad essere male organizzato e poco utilizzato. Alla fine non assicura l’ordinaria conservazione delle domus, che in molti casi sono veri e propri scrigni che custodiscono preziosi affreschi e mosaici unici nel loro genere”. MARIO CARDONE