A cura della Redazione
Breve ma intenso il convegno di venerdì sera del dipartimento della cultura del Partito Democratico sulla “Tutela, manutenzione, valorizzazione dell’area archeologica vesuviana”. Alta la partecipazione di iscritti e simpatizzanti da tutto il comprensorio. C’è già aria di campagna elettorale, perciò il partito della sinistra riallaccia il rapporto con iscritti e simpatizzanti che nel settore della cultura (maltrattato dal centrodestra) sono numerosi. Il tour parte da Pompei, in un contesto che prevede numerose altre presenze archeologiche significative. Inoltre il crollo della Schola Armaturarum ha risvegliato un entusiasmo partecipativo sul territorio (specie da parte dei giovani) che vale la pena di coltivare. La forma organizzativa del convegno di preferire alla passerella una clima d’informazione preliminare alle conclusioni del responsabile nazionale di partito, con spunti offerti dal sindacato, dal mondo dell’informazione e delle professioni, ha probabilmente procurato qualche delusione ai “cavalli scalpitanti”. Il convegno concluso da Matteo Orfini ha invece avuto il merito (che per qualcuno è un difetto) di non limitarsi al sermone di parrocchia ma di aprirsi al confronto con l’ambiente esterno. E’ arrivato un contributo apprezzabile sulla valorizzazione economica dei siti archeologici anche ai fini della fruizione turistica. Però è stato detto che la salvaguardia del monumento viene prima di tutto. La vicinanza a Pompei di località rinomate come poche altre al mondo, come la costiera sorrentina - amalfitana e le isole del golfo, disegna il profilo di un comprensorio turistico eccezionale per potenzialità. Si deve superare la pratica del mordi e fuggi migliorando in primis servizi e collegamenti ma anche superando le rivalità tra i comuni limitrofi. Per quanto riguarda la tutela del monumento, piena fiducia nelle professionalità interne alla soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, conferendo loro la dignità e il prestigio che meritano. C’è la necessità (non condivisa da tutti) di restituire agli scavi archeologici vesuviani l’autonomia gestionale. Soprattutto bisogna monitorare sugli appalti dei lavori di restauro per impedire infiltrazioni della camorra. Su questo argomento è stato giustamente incisivo Matteo Orfini, giovane e preparato responsabile nazionale della cultura del P.D., che ha stigmatizzato i danni della gestione commissariale, esprimendo riserve sull’intenzione di affidare a Invitalia per la gestione dei finanziamenti della Comunità Europea finalizzati alla messa in sicurezza degli Scavi di Pompei. MARIO CARDONE