A cura della Redazione
“Non riesco a comprendere per quale ragione la Curia di Castellammare di Stabia, a seguito della mia iniziativa, si senta oggetto di attacco. Al contrario, mi sarei aspettato da parte del Vescovo e del suo staff una entusiastica adesione alla mia proposta, visto che ancora una volta, evidentemente incompreso, gli sto porgendo una robusta spalla su cui appoggiarsi per mostrare alla città intera la loro volontà di isolare soggetti inquietanti”. Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio. “Può essere utile, per la migliore comprensione di tutti, chiarire ancora una volta i fatti. Il Prefetto, con la sua nota del 5 ottobre 2011, ha formulato un chiaro atto di indirizzo nei confronti di tutti i sindaci della provincia di Napoli atteso che, con ogni ottima evidenza, le criticità in tema di contaminazioni camorristiche delle feste patronali non riguardano soltanto Castellammare di Stabia. Io, con la mia iniziativa, mi sono limitato a dare attuazione, in maniera concreta, all’atto di indirizzo del Prefetto; ogni sindaco, infatti, destinatario della nota, se ritiene che nel suo territorio sussistano criticità del tipo di quelle evidenziate dal Prefetto in maniera generica, è chiamato ad adottare iniziative che consentano di adattare alla propria realtà territoriale le indicazioni generali dell’Ufficio territoriale di Governo. La realtà territoriale di Castellammare di Stabia è tale, nello specifico della vicenda di cui ci stiamo occupando, che la concretizzazione da parte mia dell’indirizzo del Prefetto necessitava proprio i due passaggi sui quali ho puntato: concordare (con le forze dell’ordine) divieti di fermata o di sosta o di rallentamento della statua del Santo Patrono in prossimità di luoghi di notoria valenza o significato camorristico; attivare le iniziative utili ad impedire che la statua del Santo possa essere trasportata, oltre che dai tanti cittadini perbene, anche da qualche personaggio che, a prescindere dai precedenti penali, rappresenti agli occhi della città un soggetto di caratura camorristica”, ha aggiunto Bobbio. “Di fronte a questi pochi ma evidenti dati di fatto, mi piace ricordare a chi si è risentito di questa iniziativa che la stessa non è certamente rivolta contro la Chiesa o la Curia in particolare, ma anzi serve anche a consentire alla stessa Curia di trarsi da quell’imbarazzo in cui è stata trascinata per anni; negare quell’imbarazzo non è certamente il modo migliore per uscirne definitivamente. Quanto al comunicato della Curia, nel quale sembra di capire ci si lamenti per una qualche «mancanza di discrezione» da parte mia nell’affrontare e cercare di risolvere queste problematiche, segnalo che questa doglianza, a mio giudizio, rappresenta una grave caduta di stile e forse una forte sottovalutazione del fenomeno criminale, visto che nella «discrezione» la camorra, come la mafia, ci sguazzano e ci prosperano e che la «discrezione» dai tecnici è chiamata «omertà». Queste vicende, caro Vescovo, per essere affrontate e risolte vanno portate a fronte alta alla luce del sole perché la gente sappia e perché i delinquenti dopo anni di omaggio da parte di qualcuno vengano finalmente umiliati: la criticità deve essere finalmente nota a tutti, in quanto la notorietà della stessa è condizione imprescindibile del suo azzeramento. Quindi, nessuna polemica da parte mia nei confronti della Curia, ma semplicemente un atto dovuto in ottemperanza a un atto di indirizzo del Prefetto che, peraltro, va chiarito con forza, non solo non ho subito, ma che condivido pienamente nello spirito e nella lettera, ritenendo la nota in questione un atto di eccezionale valenza civile e istituzionale e di altrettanto eccezionale forza. Sgombrato il campo – spero definitivamente – da tutto il resto, a questo punto mi aspetto che la Curia, in tal senso, contribuisca al buon esito del tavolo di coordinamento con le forze dell’ordine, dichiarandomi, fin d’ora, disponibile ad un incontro chiarificatore e propositivo con Sua Eminenza”, ha concluso Bobbio. COMUNICATO