A cura della Redazione
Molta confusione interpretativa riguardo al piano traffico di Pompei, pubblicato sul web prima di essere discusso in ed eventualmente approvato in Consiglio comunale. Dopo aver letto le 73 pagine di studio e di fattibilità, la prima impressione era quella dell´introduzione di una variante al piano regolatore. Osservazioni sul documento sono state portate da associazioni e privati. Inutile dire che l’attenzione si è immediatamente incentrata sulle aree valorizzate dal progetto, quelle, cioè, che ruotano intorno alla costituzione del Multipoint, un’area di sosta attrezzata destinata a servire gli scavi di Pompei ed allo smistamento del traffico automobilistico residuo verso il centro cittadino, a bordo di una navetta per chi intende fare a meno dell’automobile. “Le aree individuate come potenzialmente utilizzabili per la realizzazione del Multipoint, si collocano in posizione privilegiata rispetto al sistema infrastrutturale a servizio della cittadina vesuviana e rispetto agli accessi all’area archeologica - recita il progetto comunale -. Ciò consente di ipotizzare un generale riassetto della zona compresa tra Porta Marina Superiore e Porta Marina Inferiore che coinvolga anche la zona, di proprietà della Società Autostrade Meridionali, derivante dalla prossima dismissione degli attuali caselli a servizio della città di Pompei e l’area, attualmente occupata da un pioppeto, posta a cavallo tra il tracciato autostradale, via Plinio, la linea ferroviaria Circumvesuviana e la linea RFI”. Il progetto prevede la costituzione di una zona a traffico limitato entro cui applicare un ticket ai mezzi motorizzati. Si tratta di una tassa imposta ai visitatori che arrivano a Pompei, da tempo nei piani finanziari dell’esecutivo di D’Alessio per fronteggiare i costi dell’accoglienza turistica (ambiente, sicurezza viabilità, ecc.). La dichiarazione rilasciata da Alfonso Conforti, delegato dal sindaco su trasporti e mobilità, è che con il provvedimento s’intende esclusivamente istituire un’area pedonale nel centro cittadino (z.t.l.) più vasta e meglio regolamentata di quella già esistente. Impostazione fatta proprio dallo stesso D’Alessio nella recente riunione politica della maggioranza. Rispetto a tutto ciò sono partite critiche riguardo allo stato di confusione che ha accompagnato il dibattito del progetto, alimentato in primis da buona parte dei soggetti di maggioranza mentre, sul versante opposto, personaggi del Palazzo si sono lanciati in commenti su errori espositivi riguardanti la pubblicazione del PUT. C’è inoltre il caso (anche questa volta) della completa esclusione dell’assessore all’Urbanistica. La circostanza comprova che non c’è stato gioco di squadra nella prospettiva di valorizzazione commerciale di precisi siti dell’area occidentale della città, dove qualche imprenditore è partito con sorprendente anticipo rispetto agli altri. A questo punto tra commercianti, albergatori, politici e comuni cittadini sorge il dubbio sulla casualità di tale confusione. MARIO CARDONE