A cura della Redazione
Nonostante il notevole progresso nel campo medico e biologico ancora oggi spesso nascono bambini con delle malformazioni fisiche e mentali che determinano per tutta la vita la loro condizione di disabili. L ‘indice di nascita dei bambini disabili e malati è addirittura aumentato e questo perché siamo molto più esposti di prima all’inquinamento, che senza dubbio è uno dei fattori che può far sì che un concepimento, in seguito, si riveli "anormale". Ma si ha sempre la convinzione che certe situazioni debbano capitare “agli altri”. E così, chi è più sfortunato spesso viene lasciato solo. Per riaffermare i propri diritti queste persone hanno dovuto e voluto far sentire la loro voce. Con i fischietti per farsi sentire di più ed i cartelli scritti per la loro prima manifestazione di piazza. Sulle carrozzelle hanno attraversato Castellammare di Stabia per non perdere il diritto a curarsi. Hanno sfilato anche per chi non poteva esserci. “Anche se oggi non ci siamo, siamo con voi”, firmato “Disabili Gravi”. Tutto questo è successo perché il Centro Riabilitativo di Olga Acanfora chiuderà i suoi cancelli a chi fino a ieri aveva le terapie finanziate dall’ ASL. C’ è chi nasconde la sua disperazione, come un uomo di Torre Del Greco, che ha il figlio sulla sedia a rotelle e grida: "Nella mia città non ci sono alternative, senza queste terapie posso pensare solo al suicidio”. Urla disperata un´anziana signora di Torre Annunziata: "Alla mia età non ce la faccio a stare in piazza, mi hanno accompagnato. Chiedo carità cristiana verso questi ragazzi e pietà verso noi mamme”. Il problema di garantire una vita dignitosa a queste persone è diventato più che mai impellente. Certo, possiamo dire che la posizione del disabile nella nostra società è migliorata. Lo tutelano tante leggi che non solo prevedono le cure e l´assistenza necessaria, ma anche l´inserimento nella scuola di qualsiasi grado, nelle palestre, nelle piscine e infine nel mondo del lavoro. Le leggi scritte sono, però, cosa diversa dalla realtà. La disabilità di un figlio è un trauma ed una assunzione di responsabilità tremenda per i genitori, solo l’amore riesce a dare loro la forza per andare avanti. Ma per gli altri, per quelli che non gli sono affettivamente legati, il disabile a volte crea disagio. Non viene considerato come una persona uguale a tutte le altre, con propri diritti e doveri, ma solo un individuo sfortunato più debole e meno “produttivo” delle persone cosiddette “normali”. E’ da questo tipo di pensiero che nasce il rifiuto nei loro confronti e la pietà che a volte traspare dagli sguardi. Ma basterebbe pensare di quanta ricchezza di sentimenti e di quante capacità intellettive e produttive quelli che definiamo disabili son capaci. Il disabile vive, in questa società, in continua difficoltà. La prima di tutte è quella di muoversi tra numerose barriere architettoniche, e non tutti i mezzi pubblici prevedono il loro trasporto. La seconda grossa difficoltà è la mancanza di rispetto, perché è proprio “mancanza di rispetto” qualla che subiscono come persone nel vedersi negare o lesinare il diritto al lavoro, alla casa, alle cure mediche, ad una vita dignitosa. A mio avviso, perché vi sia un effettivo inserimento dei disabili nella società, è necessaria un´educazione più attenta e sensibile ai problemi di chi non è fisicamente uguale a noi. Sarà necessario promuovere delle leggi che garantiscano uguali diritti per tutti e infine sviluppare il senso della solidarietà che è diventato così raro in questa società. Mi auguro che la protesta dei disabili non cada nel vuoto e che riescano ad ottenere il riconoscimento e la conferma dei propri diritti. ANNA ARICO´