A cura della Redazione
Il vento ha fatto crollare un’altra struttura all’interno degli scavi archeologici di Pompei. In questo caso, secondo il comunicato Sanp, si tratta di un elemento di restauro moderno in legno e muratura (praticamente una trave che reggeva il pergolato del giardino esterno) della domus di Loreio Tiburtino. La soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro, che si trovava già sul posto, si è recata in sopralluogo insieme al direttore Antonio Varone e ad alcuni tecnici per verificare l’entità del danno ed impartire le istruzioni per un eventuale intervento di restauro e la denuncia di rito alla magistratura di Torre Annunziata. La domus era già chiusa alle visite turistiche, presumibilmente per mancanza di personale di sorveglianza. Sul posto sono tornati i carabinieri (oramai è un rito che si ripete a cadenza quasi mensile) per accertare l’entità dei danni. La caduta del pilastro esterno è stato accertata questa mattina. L’area era stata scavata negli anni ’50, mentre più recentemente sono stati realizzati i restauri. Adesso la domus è sotto sequestro giudiziale. I risultati dell’ispezione dei carabinieri andranno ad ingolfare il già nutrito fascicolo di indagini in corso da parte della Procura di Torre Annunziata. Esse, per un filone riguardano l’accertamento di eventuali responsabilità per i ripetuti crolli registrati negli scavi di Pompei da due anni a questa parte. Sotto la lente d’ingrandimento della magistratura ci sono, però, anche altri episodi inerenti alla gestione degli scavi di Pompei: uno interessa l’arco della seconda fase della gestione commissariale e la tenuta di corsi di formazione fantasma che si sono rivelati un sistema per spillare soldi all’Amministrazione. La domus di Loreio Tiburtino si trova nell’area centrale di Pompei, a ridosso della palestra grande e dell’anfiteatro, e si distingue per il raffinato giardino preziosamente decorato da vari fregi di ispirazione omerica raffiguranti scene della guerra di Troia e delle avventure di Eracle. Nel giardino c’è anche una piscina di ampie dimensioni che riproduce nella forma il fiume Nilo, con ornamenti di ispirazione egizia, statue di ibis, leoni e della Sfinge. Ornamenti che riprendevano il gusto dell’epoca di riprodurre nei giardini ambienti nilotici. Riguardo ai tanto annunciati lavori di restauro, partiranno la prossima estate dopo le gare d’appalto che si celebreranno a breve, finanziati dalla prima tranche di fondi europei. Riguarderanno inizialmente cinque case: la domus dei Dioscuri, quella di Sirico, il Cripto Portico e la casa dalle Pareti Rosse. MARIO CARDONE