A cura della Redazione
Ad aprile è prevista la consegna dei lavori di restauro del tratto del Canale Conte di Sarno sottostante gli scavi archeologici di Pompei. E’ un’opera pubblica della massima importanza, presidio strategico per la messa in sicurezza del sito archeologico. L’azienda appaltante, con qualche interruzione nel periodo commissariale, ha impiegato otto anni (i lavori sono iniziati nel 2004) per portare a termine l´opera. Il tempo impiegato dà l’dea della sua portata perché ha richiesto competenza e lavoro manuale su un ambiente insalubre ad alcuni metri di profondità. Il tratto di canale interno al perimetro degli scavi di Pompei (lungo un chilometro e 300 metri su 21 chilometri complessivi che originariamente convogliavano a mare le acque del fiume Sarno) è attualmente utilizzato per portare in un’apposita vasca esterna le acque piovane a valle del parco archeologico. Non siamo ancora alla messa in sicurezza completa per evitare il rischio di franamenti a seguito d’infiltrazioni di acque piovane. Sono fuori portata i terrapieni confinanti con le aree esterne (nella maggior parte fondi agricoli) ma è stato fatto un passo avanti importante. Con il restauro del canale si evita l’allagamento di interi quartieri della città antica, che interferiscono negativamente sulle visite turistiche. Inoltre, con i lavori che saranno tra poco ultimati non è stato ancora creato un argine definitivo agli smottamenti di terreno delle collinette a monte degli scavi, dove intervengono frequentemente infiltrazioni di acque (come nel caso del crollo della Schola Armaturarum). Il restauro del canale sotterraneo degli scavi resta iniziativa fondamentale, oltre a rappresentare una testimonianza notevole d’ingegneria di epoca borbonica. Inoltre, questo intervento della fine del sedicesimo secolo fu all’origine della scoperta di Pompei, una città intera preservata per secoli come miracolo della natura (che è poi la faccia positiva della tragedia vulcanica che l’aveva privata della vita). Il Canale Conte di Sarno ha rappresentato, per una serie di motivi, il volàno dell’economia della provincia vesuviana a partire dal sedicesimo secolo. L’opera nel tratto degli scavi è stata arricchita dal punto di vista di una maggiore funzionalità e di espedienti di salvaguardia dell’immagine complessiva del sito, senza invadenza di strutture esterne (caditoie nascoste), mentre è stata migliorata la percorribilità interna al fine di consentirne una periodica manutenzione. Ciliegia sulla torta: un’opera pubblica nel sottosuolo di Pompei non poteva che essere motivo di qualche scoperta interessante. Così è stato, perché sono stati riportati alla luce frammenti di ceramiche di epoche anteriori al secondo secolo dopo Cristo, e perciò ancora più pregiate. MARIO CARDONE