A cura della Redazione
E’ successo quello che era stato temuto fin dal primo momento. La gente, in parte timorosa d’incappare nella palude di una controversia contro la costruzione in economia di 592 loculi nel cimitero di Pompei, in parte spaventata dal budget dell’iniziava, che comporta l’esborso di duemila euro in acconto, ha aderito in numero nettamente inferiore al previsto all’iniziativa. La polemica sul bando di assegnazione di loculi redatto dal sesto settore del comune di Pompei ci ha visti tra i primi critici. Abbiamo usato ogni mezzo di persuasione per convincere chi di dovere a rivedere le clausole del bando ed i costi elevati di un servizio a cui purtroppo nessuno è in grado di rinunciare, quello dell’estrema dimora. Questo è uno dei tanti motivi per cui il business del caro estinto è sempre stato sotto osservazione dell’autorità giudiziaria e delle forze di polizia. Ogni tentativo di miglioramento del bando si è però scontrato con l’intransigenza del dirigente di comparto che si è assunto la responsabilità della sua emanazione, ostinandosi a mantenere inalterata, in ogni punto, l’iniziativa amministrativa di prenotazione di nicchie da costruire. L’ostinazione del dirigente dell’UTC e dei politici che ne hanno ispirato il comportamento ha prodotto un flop in termini di consensi, se si considera che il numero delle prenotazioni di nicchie è stato nettamente inferiore a quello preventivato. Risultano presentate, in tutto, intorno alle quattrocento istanze mentre manca solo una settimana alla scadenza del bando. L’assessore Manocchio assicura che nell’eventualità di una richiesta inferiore al previsto si proseguirà a stralcio costruendo un numero di nicchie inferiore a quello fissato in precedenza. Tutto si può rivedere. Resta, però, il risultato finale impopolare di un’intuizione politica che si era mossa inizialmente su un versante apprezzabile. Contro la delibera e gli atti amministrativi (antecedenti e conseguenti) sono pervenute al comune di Pompei richieste di chiarimenti da parte di associazioni di cittadini, critiche e, recentemente, anche un esposto alla magistratura di un consigliere comunale d’opposizione. Non è finita. Abbiamo notizia che della materia si sta interessando qualche associazione dei consumatori, mentre il Trust dei “moderati” formato da amministratori, incaricati e rincalzi di tre componenti elettorali (due di maggioranza più un pentito di minoranza, assessore a seguito) sta per varare un documento politico dove si precisa che eventuali ribassi d’asta dovranno andare a beneficio del budget originario di spesa. Intanto i 400 impavidi che hanno prenotato lo stesso la nicchia nel cimitero di Pompei rischiano di fare la fine degli “esodanti”: senza più i soldi in cassa e l’estrema dimora in terra consacrata. MARIO CARDONE