A cura della Redazione
La vicenda Deiulemar potrebbe diventare materia per una delle tante storie comiche italiane, vere e proprie barzellette a sfondo reale che Beppe Grillo racconta nelle piazze dItalia. Ne ha fatto esplicita richiesta la lettrice di un quotidiano locale, esasperata dal non poter avere indietro i suoi soldi, che riteneva di sicuro investimento. Effettivamente la vicenda Deiulemar si presta al ridicolo, in primis perché non si è capito se i soldi per rimborsare i debiti, che si aggirano intorno al milione di euro, ci sono o meno. In casa degli armatori torresi, da una parte si recita il mea culpa, mentre si ha notizia di navi che solcano regolarmente gli oceani, palazzi ed alberghi di lusso e partecipazioni strategiche in molte società italiane e straniere. Tra laltro, anche ai non comici di professione la battuta viene spontanea nel considerare che se gli imprenditori torresi del mare avessero ricoperto cariche politiche già ci sarebbe stato il tintinnio delle manette. Non si capisce, in una situazione di reale pericolo dinquinamento di prove (considerato che la storia dei bond illegali puzza a mille miglia di bancarotta fraudolenta con capitali fuggiti allestero), perché non sia stato fino ad oggi decretato alcun fermo cautelativo. Abbiamo sentito che i giovani rampolli dei tre capitani girano in motorino (vita spartana la loro) per Torre del Greco, rischiando di essere ogni giorno assaliti dalla gente esasperata. Probabilmente, imporre loro un fermo domiciliare cautelativo farebbe bene anche alla sicurezza. La Compagnia di navigazione, dichiarata fallita il 2 maggio scorso, potrebbe ritornare clamorosamente a galla. Il pool di avvocati capeggiato da Astolfo Di Amato ha presentato un ricorso alla sentenza presso la Corte dAppello di Napoli.
Nel frattempo, la procedura fallimentare prosegue per la sua strada insieme allinchiesta penale della Procura di Torre Annunziata. Lultima mossa della Deiulemar punta chiaramente a riaprire la strada del concordato che oggettivamente non è più percorribile. Si succedono intanto le iniziative dei risparmiatori da una parte, e quelle dei politici dallaltra. Ultima quella del parlamentare IDV, Aniello Formisano, che ha presentato uninterrogazione al Ministero dellEconomia chiedendo per la Deiulemar i benefici della legge Marzano. Solo che in questo caso si tratta di salvare più crediti che posti di lavoro. Francamente si tratta di iniziative messe in campo più per motivi di immagine pubblica che per ovviare realisticamente al problema. Non pare che sia stata affrontata a fondo la problematica di un mercato di titoli illegali fuori da ogni controllo pubblico. Si alza un polverone, specie da parte della piazza, che produce più danno che vantaggio. I veri eroi di tutta la vicenda sono al momento i due magistrati di Torre Annunziata (Palescandolo e Raimondi) che silenziosamente stanno vagliando tutte le carte e lavorando duramente al caso.
La speranza è che concludano presto. Solo loro due hanno capito che hanno sottomano una presunta truffa enorme ai danni prevalentemente del ceto popolare dellarea vesuviana. Stanno cercando conseguentemente di salvare il risparmio locale che si era formato nel comprensorio con non pochi sacrifici. Il crac della società armatoriale di Torre del Greco coinvolge quasi diecimila risparmiatori che avevano sottoscritto obbligazioni regolari e irregolari, per un controvalore vicino agli 800 milioni di euro. Il professor Astolfo Di Amato, alla guida del team di consulenti che da mesi lavora per salvare la Deiulemar, sostiene che nei casi in cui esistono due procedure parallele di fallimento e di concordato preventivo (come nel caso in questione) questultima ha la precedenza e non si può dunque dichiarare fallita una società se prima non è stata smontata la proposta concordataria avanzata. Secondo Di Amato, nel caso specifico questo non è successo e dunque sussistono i presupposti per tornare a una nuova proposta concordataria.
Inanto, giovedì 7 giugno, i risparmiatori tornano in piazza per manifestare e chiedere certezze sulla sorte dei loro investimenti. Il corteo partirà alle ore 17 da Palazzo Vallelonga, sede della Banca di Credito Popolare.
MARIO CARDONE
LA LETTERA APERTA DELL´AVVOCATO CARDELLA AL SINDACO DI TORRE DEL GRECO, GENNARO MALINCONICO
Lavvocato Antonio Cardella, responsabile dellUnione Nazionale Consumatori - Torre del Greco, ha scritto una lettera aperta al sindaco Gennaro Malinconico, relativa alal crac Deiulemar. Lincresciosa vicenda Deiulemar - scrive Cardella - da oltre cinque mesi tiene in ansia migliaia di cittadini torresi, i quali vedono seriamente compromessi i risparmi accumulati, onestamente, nel corso di unintera vita lavorativa. Una vicenda che ha letteralmente messo in ginocchio leconomia cittadina e reso oltremodo difficoltosa la sopravvivenza di interi nuclei familiari. Una crisi nella crisi quella che da mesi vive la città di Torre del Greco - prosegue Cardella -, addirittura superiore a quella vissuta in seguito al crack finanziario della Parmalat che, è bene ricordarlo, pur investendo oltre duecentomila risparmiatori, ha spalmato i danni prodotti sullintero territorio nazionale, nel mentre lodierna vicenda coinvolge circa l85 per cento delle famiglie torresi.
Alla gente continuiamo a dire, noi avvocati, che bisogna avere fiducia nellopera della Magistratura e in quella delle Istituzioni; ma: se la prima ha bisogno dei suoi tempi che, certamente, poco conciliano con le esigenze dei cittadini coinvolti, la seconda può, e deve, dare immediate e concrete risposte». Cardella, in sostanza, fa appello al primo cittadino di considerare lopportunità di adottare una serie di provvedimenti atti ad alleviare la pressione fiscale sui contribuenti torresi, attraverso «lapplicazione delle aliquote minime, e rateizzate nei tempi massimi consentiti dalla legge, dellIMU; lapplicazione delle aliquote minime, e rateizzate nei tempi massimi, della TARSU, da sostituire, in tempi brevi, con la nuova TIA, evidentemente più favorevole ai cittadini; la risoluzione, alla scadenza, della convenzione stipulata con Equitalia Polis per il recupero dei tributi comunali». «Non invidio il ruolo che, con merito, gli elettori Le hanno conferito (riferendosi a Malinconico, ndr) in uno dei momenti più tristi e difficili per la città di Torre del Greco. Una scelta, ne sono certo, suggerita dalle Sue indiscutibili qualità morali e professionali, nonché dallattaccamento alle sorti della città. Ed è a tali doti, piuttosto che alla Sua carica, che faccio appello», afferma Cardella. Che, infine, auspica unintercessione del sindaco «presso le istituzioni provinciali e regionali, affinché anchesse mettano in atto, per i tributi di competenza, misure idonee a favorire la ripresa delleconomia cittadina», dichiarandosi inoltre disponibile allistituzione di un tavolo tecnico nel quale discutere delle azioni da intraprendere per la risoluzione della crisi.