A cura della Redazione
Al via negli scavi archeologici di Pompei i lavori pubblici di bonifica dall’amianto affidati ad una ditta specializzata. E’ stato calcolato che si dovrà provvedere allo sgombero di circa due tonnellate di cemento amianto (eternit). “La battaglia per liberare il sito di Pompei dall’amianto l’ho cominciata nel 1998 – ha dichiarato visibilmente soddisfatto il segretario della Cisl aziendale Antonio Pepe - e si concluderà solo quando l’intera area archeologica sarà ripulita dai rifiuti nocivi nascosti sotto terra e liberata dai conteiners in amianto. Lunedì 6 agosto è partito il piano di bonifica integrale dell’area archeologica di Pompei. Prevede lo sgombero sistematico dei residui in eternit ed altro materiale di risulta accantonato da anni negli ambienti di trenta antiche ville di Pompei. I lavori, partiti il 6 agosto, dureranno l’intera settimana durante la quale saranno rimossi pannelli ed altri residui edili che saranno smaltiti in discariche autorizzate esterne al sito. Si tratta di circa 1.900 Kg. di rifiuti edili contenenti cemento – amianto. Successivamente si dovrebbe partire in un controllo minuzioso dell’intero parco archeologico per verificare eventuale contaminazione e provvedere all’eventuale bonifica integrata. Solo così potrà finire l’incubo per centinaia di custodi ed impiegati nell’area archeologica di Pompei. Ricordiamo che la contaminazione da amianto ha comportato una vittima, morta per cancro, e molti altri casi di denunce di tumori. La materia è stata oggetto d’indagine della procura inquirente del tribunale di Torre Annunziata con l’accertamento di responsabilità della direzione della Soprintendenza archeologica di Pompei e del Ministero dei Beni Culturali da cui dipende. Si pensa tra l’altro che il ritardo dell’intervento e lo scarso monitoraggio ambientale dell’area archeologica abbia potuto comportare nel corso degli anni la penetrazione degli inquinanti ad una profondità tale da contaminare la falda acquifera. La Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha dato seguito alle reiterate denunce del sindacato e della carta stampata predisponendo un’indagine che ha portato alla luce tutto il materiale di cemento amianto sparso nell’area l’area archeologica di Pompei. Ecco le domus ed i siti archeologici che risultano inquinati. Il Mausoleo di Mamia a Porta Ercolano - la Casa delle Amazzoni in Via Consolare - il Civico 14 della Regio VI - Insula II - la Casa di Olconius Rufus nella Regio VIII Insula IV Civico 4 - la Casa dei Dioscuri, il Civico 15 della Regio VI Insula VII - la Casa di Ugonius Gogidadus nella Regio VI Insula VII al Civico 16 - il Civico 12 della Regio VI Insula XV - il Civico 4 della Regio II Insula II - la Casa dell’Efebo lato Casa di Menadro della Regio I Insula VII Civico 12 - il Civico 12 della Rgio I Insula VIII - il Civico 14 della Regio I Insula VIII - il Civico 5 della Regio I Insula XI - il Civ. 8 della Regio I Insula II - La Casa di Loreio Tiburtino - il giardino del Larario di Achille nella Regio I Insula VI Civico 2 - l’Ospitium Regio VII Insula I Civico 44. Il Civico 21 della Regio VIII Insula II - il Vicolo del Lupanare Regio VII Insula XI - Porta Vesuvio - il Civico 28 della Regio VI Insula XVI - nell’angolo S.O. della Regio V Insula VI - il Civico 5 della Regio VI Insula V - i Civici 3, 6, 15 e 23 della Regio VI Insula VII. Regio VI Insula IX - il Civico 4 della Regio VIII Insula IV - il Civico 39 Regio VIII Insula V - I Civici 15, 16 e 38 della Regio VIII Insula V - l’ingresso delle Terme Centrali da Via di Nola nella Regio IX - il marciapiede dell’ingresso della Casa di Fabio Rufo nel Vicolo del Gallo - la Via degli Augustali e la Via del Foro - l’ex centrale elettrica, dietro gli spogliatoi di Casa Bacco - il Foro Triangolare - il Civico 16 della Regio I Insula IX - l’ingresso del Foro Triangolare nella Regio VIII Insula IV lato - il Magazzino di Porta Stabia. MARIO CARDONE