A cura della Redazione
Luigi Ametrano si è per la seconda volta "disimpegnato" sul bilancio, assentandosi al momento del voto nel Consiglio comunale di ieri. DAlessio non potrà far a meno di tenerne conto quando metterà mano allannunciato rimpasto della giunta, che ogni giorno che passa rischia di diventare una vera e propria rottamazione. Potrebbe, questa fase, finanche prevedere lavvicendamento del giovane vicesindaco che appare a disagio sulla delicata poltrona di numero due dellamministrazione comunale di Pompei. Appare oggettivamente spento in lui lentusiasmo e la gratificazione iniziale. Se le cose stanno così DAlessio dovrà rivedere gli equilibri tra le componenti politiche, dal momento che quella di matrice cattolica ha preso il sopravvento a Palazzo De Fusco, mentre il Partito Democratico appare in declino (per forza di negoziazione) perché in assemblea comunale si caratterizza più per azione di contrasto che per il sostegno al governo cittadino. Lopposizione ha sorpreso per la mancanza di compattezza, al punto che nessuno se lè sentita di levare le castagne dal fuoco agli altri interpellando pubblicamente il primo cittadino sulla veridicità della notizia apparsa su un quotidiano locale riguardo a presunti avvisi di garanzia pervenuti a Palazo De Fusco, per i quali non risultano comunicati stampa ufficiali da parte di magistratura e forze di polizia. Sul procedimento cè il segreto istruttorio, ma il compito di un consigliere comunale (specialmente se è dopposizione) è quello di fare chiarezza nellinteresse dei cittadini altrimenti non si capisce perché abbia chiesto la fiducia degli elettori. Un avviso di garanzia significa lapertura di un procedimento che si conclude in un verso o nellaltro solo con una sentenza. La magistratura deve fare il suo mestiere nellaccorciare il più possibile i tempi dellistruttoria. Il rischio per tutti è che il processo si faccia in piazza. Il tutto per dire che il rito dellavviso di garanzia non ha in se alcun elemento che pregiudica limmagine della persona che lo riceve, per cui è risibile il timore di esporsi da parte di politici che hanno scelto da soli un ruolo istituzionale di democrazia rappresentativa.
MARIO CARDONE