A cura della Redazione
Pace fatta tra il sindaco Luigi Bobbio e la soprintendente archeologa Teresa Elena Cinquantaquattro. E proposito di lavorare in piena intesa per il futuro. Ciascuno opererà nelle iniziative di propria competenza ma con l´obiettivo comune di valorizzare l’archeologia a Castellammare di Stabia, i cui reperti che risalgono all’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. sono di un pregio artistico paragonabile solo alla Villa di Oplonti. Segno che il quartiere del promontorio di Varano, incorniciato in un paesaggio incantevole attualmente degradato a causa dell’abusivismo edile, dovette ospitare famiglie patrizie. Terzo protagonista presente nella conferenza stampa al "Montil" è stato il presidente del Comitato Scavi di Stabia, Antonio Ferrara, che rappresenta uno spaccato “eroico” di società civile stabiese nella tradizione del leggendario preside Libero D’Orsi, che ha avuto il merito di portare a compimento, con scarsi mezzi, l’iniziativa di scavo dei Borbone delle ville antiche site nel quartiere di Varano. Grande successo di pubblico, soprattutto tantissimi giovani alla mostra “Stabiae svelata” svoltasi presso il cinema "Montil" di Castellammare di Stabia. Come ha spiegato la Cinquantaquattro, «è la dimostrazione dell´impegno che la Sanp ha rivolto a Stabia, spesso relegata dall’opinione pubblica in secondo piano rispetto a Pompei. Per la Soprintendenza non esistono graduatorie fra i vari siti: tutto il patrimonio archeologico vesuviano è meritevole di cura e attenzione seguendo una scala di priorità dettata dalla contingenza. Il lavoro di valorizzazione e promozione - ha proseguito la soprintendente - passa attraverso la capacità di indirizzare e coinvolgere i flussi turistici che oggi si fermano nella sola Pompei verso gli altri siti di competenza, e questa mostra ne è segno concreto e tangibile». L´impegno di Comune e Soprintendenza è di puntare sinergicamente alla realizzazione di un museo archeologico che dovrà nascere nel palazzo storico di Quisisana, il cui budget di gestione è troppo elevato (1 milione di euro l’anno, ha precisato Bobbio) perché possa ricadere esclusivamente sulle casse comunali. La mostra è stata promossa dalla Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei (SANP) e dal “Comitato per gli Scavi di Stabia” che dal 1950 affianca la Soprintendenza in attività di scavo, divulgazione, organizzazione di mostre, conferenze e ricerca di fondi. Sarà visitabile tutti i giorni dalle 17,30 alle 22,00, e il sabato e la domenica anche dalle 10,00 alle 13,00, fino al 9 dicembre ad ingresso libero. MARIO CARDONE Nella foto, la ricollocazione delle copie degli affreschi in Villa San Marco di Stabiae