A cura della Redazione
La qualità dei restauri nei siti archeologici (come quello di Pompei) viene assicurata anche dall’applicazione delle norme della tutela della salute degli operatori e dal rispetto delle loro qualifiche professionali. Ogni appalto negli scavi archeologici di Pompei dovrebbe prevedere almeno una figura di restauratore ed una di architetto. Inoltre dovrebbe essere la Sanp a vigilare per il rispetto delle regole funzionando da stazione appaltante. E quanto sinteticamente è stato osservato nell’incontro di lunedì a Pompei tra i rappresentanti sindacali, delle associazioni delle imprese del settore dell’edilizia e del restauro e le cooperative edili riguardo all’esecuzione del grande progetto Pompei. Dall’altra parte del tavolo i parlamentari Luisa Bossa e Annamaria Carloni ed i consiglieri regionali Mario Casillo e Antonio Marciano del Partito Democratico. Sono intervenuti inoltre alcuni rappresentanti del circolo P.D. di Pompei e della Sanp e la responsabile dei beni culturali dei giovani democratici di Napoli, Chiara Cerbone. L’incontro rientra nel quadro del percorso di ascolto e di approfondimento che il Pd, a tutti i livelli istituzionali, a partire dal gruppo parlamentare, sta compiendo sui temi della tutela e valorizzazione degli scavi archeologici di Pompei e del comprensorio vesuviano. Riguardo al procedere nel conferimento degli appalti sul “Grande progetto Pompei” permangono le stesse riserve esposte in precedenza dai sindacati dei lavoratori interni. Si procede troppo lentamente mentre, è stato notato, il criterio del prezzo più basso non costituisce un valido presidio di legalità, soprattutto non assicura l’eccellenza nei lavori di restauro delle domus. Il dibattito è tornato sulla necessità di sbloccare alcune opere infrastrutturali ferme in Regione. Esse sono indispensabili per migliorare l’accessibilità dei siti. Su questo versante pesa negativamente l’attuale crisi dei trasporti pubblici regionali. Urgente ed improcrastinabile è l’interramento della Circumvesuviana sul tratto che attraversa il territorio di Pompei. Sebbene deliberato da tempo non è stato più finanziato dalla Regione Campania. La cospicuità dei fondi messi a disposizione dalla Comunità europea per la messa in sicurezza di Pompei, ha generato un meccanismo di manutenzione straordinaria che è sotto osservazione da parte dell’Unesco per la possibilità di utilizzarlo per siti archeologici sotto tutela internazionale. Da non sottovalutare il tema della manutenzione ordinaria di Pompei e dei siti cosiddetti minori che, nonostante le dichiarazioni di buone intenzioni, resta un problema del tutto irrisolto. MARIO CARDONE