A cura della Redazione
Non basta il pacco natalizio del Comune per mettere a tacere chi il problema di provvedere alla sussistenza di moglie e figli ce l’ha tutti i giorni, non solo durante le feste di Natale. E’ il caso di un ex detenuto che dopo aver ricevuto il pacco di Natale, distrubuito a Casale Piscicelli (come ad altre 80 famiglie povere di Pompei), si è recato a protestare al primo piano di Palazzo De Fusco. Sindaco ed assessore alle politiche sociali di Pompei, non avendo a disposizione risorse comunali da elargire previste dal bilancio, pare che gli abbiano donato un piccolo contributo personale. Evidentemente l’aiuto non è stato considerato sufficiente a ronteggiare i bisogni urgenti. L’ex galeotto, in evidente stato di tensione, probabilmente a causa della situazione precaria della famiglia e della mancanza di lavoro per lui e la moglie, si è lasciato andare a minacce insulse, rivolte alle figure istituzionali lungo i marciapiedi del centro. Il disagio sociale a Pompei, come in tutto il comprensorio vesuviano, quest’anno è molto più forte e più sentito che negli altri precedenti. L’Amministrazione comunale, coadiuvata da associazioni di beneficenza laiche e cattoliche locali, ha distribuito la settimana scorsa numerosi pacchi doni. Pare che siano almeno tre, differenziati secondo la composizione familiare sulla base del censimento del comparto comunale alle politiche sociali. Altre iniziative sono previste in questi giorni di festa, privilegiando gli anziani, i bambini e le persone svantaggiate. Potrà bastare tutto questo? Molti sono convinti di no. Con il prossimo anno verrà attivata una mensa giornaliera a cura dell’Associazione Cavalieri di Malta di Pompei, grazie all´impegno e all´abnegazione della solita dottoressa Steardo. C’è bisogno di una rete permanente di tutela dei bisognosi per fronteggiare i guai della crisi ed aiutare la gente a sopravvivere, nell’attesa di tempi migliori ma anche per prevenire tensioni sociali. MARIO CARDONE