A cura della Redazione
I turisti che arriveranno nei prossimi giorni in visita agli scavi di Pompei e di Ercolano non avranno probabilmente la possibilità di comprare guide turistiche, libri d’arte, souvenir e quant’altro è in vendita nei negozi annessi agli uffici di biglietteria ella soprintendenza archeologica. Mancherà loro l’opportunità di tornare a casa con un manuale sugli affreschi degli scavi o sui costumi delle città romane di epoca imperiale. Mancherà, altresì, l’opportunità di portare a casa un oggetto-ricordo di una gita ai monumenti archeologici vesuviani (Pompei o Ercolano). Sono entrati in stato di agitazione i dipendenti di Coopculture Campania, ansiosi per il loro futuro lavorativo. Ieri, riuniti in assemblea con il sindacato Cgil, hanno deciso lo stato d’agitazione contro la lentezza burocratica della soprintendenza, diretta da Teresa Elena Cinquantaquattro, che ritarda per sconosciuti motivi la formalizzazione con la società Mondadori Electa del nuovo contratto per i servizi aggiuntivi presso i due menzionati siti archeologici. In poche parole, se non si stipula il nuovo contratto la Mondadori è intenzionata a chiudere i battenti dei bookshop, con evidente caduta d’immagine dei siti archeologici e danni economici per i dipendenti che, dopo aver subito una decurtazione dello stipendio a causa della riduzione dell’orario di apertura al pubblico delle librerie, ora, non hanno proprio intenzione di restare a casa fino a quando la Cinquantaquattro non si deciderà a formalizzare contrattualmente gli esiti di una gara conclusa. I dipendenti Coopculture (in attesa di passare in organico a Mondadori Electa) sono impiegati da dodici anni al servizio del turismo archeologico. Hanno tutti famiglia. Meriterebbero di conseguenza un maggior rispetto da parte delle Istituzioni. MARIO CARDONE