A cura della Redazione
“La Città della pace universale le consegna le chiavi della Città di Pompei, invitandola a tornare, a casa sua, quando vorrà”. Con queste parole Claudio D’Alessio, sindaco di Pompei, ha concluso un bel discorso di benvenuto con cui ha accolto come amico Mahmud Abbas (detto Abu Mazen), presidente dello Stato palestinese, al quale è stata con ferita la cittadinanza onoraria di Pompei. Popolo amico del Mediterraneo, quello palestinese, che soffre ancora per la mancanza del pieno riconoscimento internazionale di essere padroni in casa propria. Effettivamente Abu Mazen, guardandosi intorno, deve essersi sentito a casa non solo per gli sguardi affettuosi di amministratori e società civile di Pompei, ma soprattutto per aver ritrovato a Palazzo De Fusco una vecchia conoscenza, l’arcivescovo prelato Tommaso Caputo, che ha conosciuto a Malta dove fino a qualche mese fa è stato Nunzio Apostolico. Il 29 novembre l´ONU ha votato a grandissima maggioranza il riconoscimento della Palestina come 194° Stato del mondo. Un giusto traguardo per il popolo palestinese e per la pace. La comunità di Pompei, rappresentata il suo primo cittadino hanno inteso mettere in gioco il peso internazionale che Pompei ha nel mondo a favore della pace. Un’iniziativa che contribuisce a fare un pezzo di storia. "Per la dimensione internazionale di Pompei, noi guardiamo il mondo con gli occhi dei palestinesi e di tutti i popoli che soffrono". Ha dichiarato nel suo intervento D’Alessio, che ha ricordato gli eccellenti rapporti con l’Ambasciata Palestinese in Italia, rinsaldati da una missione di pace che ha visto protagonista il consigliere comunale Antonio Ebreo, chirurgo negli ospedali da campo della Croce Rossa negli accampamenti di guerra in Medio Oriente (nello specifico il Comune di Pompei ha fatto dono di attrezzatura chirurgica all’ospedale di Betlemme). “Pompei è una città unica al mondo che gode della presenza di 6 milioni di visitatori ogni anno - ha ricordato nel suo discorso il primo cittadino - che contiene, sul suo territorio, il sito archeologico romano ed il Santuario Pontificio dedicato a Maria Madre di Gesù di Nazareth nato a Betlemme... nella sua Patria, Signor Presidente”. Parole che dimostrano nella sostanza i motivi della vicinanza sentita di Pompei alla terra di Palestina. La conclusione del discorso è l’ammirazione per gli enormi sforzi diplomatici nel percorso di pace in Terra Santa, che ha radici storiche e bibliche che non hanno pari nel mondo. “La ammiriamo - ha proseguito D´Alessio -, Signor Presidente, per aver avuto la forza ed il coraggio di pronunziare un indimenticabile discorso di pace all’Onu mentre, a Gaza, seppellivate i morti e curavate i feriti. Mentre, nella vostra terra, ingiustamente e brutalmente ferita, stavate ancora ricomponendo i pezzi della vita quotidiana”. Belle parole che fanno onore all’amministratore che le ha pronunciate ed alla comunità che egli rappresenta. *****
L’obiettivo è quello dichiarato anche dal sindaco Claudio D’Alessio nel suo discorso di benvenuto. Due Stati autonomi (Palestina e Israele), in confini concordati da due popoli che cessino le ostilità in ragione di un comune diritto alla sopravvivenza. D’Alessio ha consegnato le chiavi della città ad Abu Mazen invitandolo a considerarsi a casa sua a Pompei. Dal suo canto, il presidente palestinese ha fatto notare quanto fosse piccolo il mondo, per aver incontrato nella città del Santuario della Vergine del Rosario e degli Scavi archeologici l´arcivescovo Tommaso Caputo, a suo tempo Nunzio Apostolico a Malta ed attuale Capo della Chiesa di Pompei. Il suo discorso ha toccato punte d’intensità quando ha ricordato il nostro giovane compatriota Vittorio Arrigoni, scrittore, fotoreporter ed attivista volontario italiano che ha sacrificato la sua vita per la causa palestinese. Promesse di scambi culturali e di rinnovati rapporti d’amicizia sono state dichiarate davanti ad un pubblico attento composto dai dirigenti delle forze locali di polizia, dalla giunta e dai consigieri comunali (l’opposizione, anche quella di sinistra era nella quasi totalità assente). D’Alessio, in questa iniziativa, si è avvalso della collaborazione del consigliere Antonio Ebreo, che ha intessuto nel tempo la trama dei rapporti tra Pompei e la Palestina grazie anche alla missione di pace del centro vesuviano. Nell’amministrazione targata D’Alessio, tra gli obbiettivi programmatici primari dell´attività istituzionale, è posta la valorizzazione dell´immagine della città mediante relazioni di amicizia con altri importanti siti turistici italiani e di tutto il mondo, Stati internazionali e personaggi di grande prestigio. Iniziativa che ha fatto aumentare a dismisura l’elenco delle città gemellate e dei personaggi dello spettacolo, delle scienze e del business nominati a vario titolo cittadini onorari di Pompei. Il perseguimento di tale finalità, si legge in una recente delibera di giunta, comporta la promozione di manifestazioni ed iniziative che portano le ricchezze culturali di Pompei all´attenzione di ambienti qualificati. Tale iniziativa nasce dal motivo che la città è stata concepita nello spirito dei suoi fondatori come monumento alla Pace universale ed all’amicizia tra i popoli. Dopo la cerimonia ufficiale a Palazzo De Fusco, la comitiva formata dalla delegazione del presidente Abu Mazen ed il sindaco di Pompei si sono recati in un tour archeologico negli Scavi. A piazza Anfiteatro la comitiva italo-palestinese è stata accolta dalla direttrice, l’archeologa Grete Stefani, che ha illustrato le caratteristiche del monumento lungo un percorso programmato (via delle Tombe, Villa di Giulia Felice, Teatri). Dopo la passeggiata culturale, la visita si è conclusa con un pranzo ufficiale in un noto ristorante locale. servizio di MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2 foto di Pasquale Maresca