A cura della Redazione
Trasformare il centro commerciale “La Cartiera” in una fiera per promuovere i prodotti agricoli e dell’artigianato del territorio con annesso un centro congressi. E´ la proposta che parte dai commercianti del centro storico di Pompei, rivolta all’amministrazione comunale, dal momento che lo stato d’illegalità della struttura realizzata dalla Fergos Srl (gruppo Coopsette) al posto della fabbrica della carta, decretato dal Consiglio di Stato, mette dinanzia ad un bivio chi (come la stessa amministrazione comunale) ha interesse a salvaguardare la struttura commerciale al fine salvarne i posti di lavoro (ottocento unità operative suddivise tra operai, impiegati e commessi). “La Cartiera”, in base alla proposta Ascom di Pompei, dovrebbe essere abbattuta o alternativamente posta sotto sequestro dal Comune. A dire il vero, il parere del consulente ingaggiato dal sindaco Claudio D’Alessio, espresso in una conferenza stampa, prevede una terza soluzione per salvareil tutto: il costruttore dovrebbe presentare una nuova domanda di concessione edile, questa volta tesa ad edificare a nuovo anziché a ristrutturare. Una strada che, però, è stata scartata, senza appello, dai commercianti Ascom, che sembrano molto decisi a liberare Pompei da un ospite a quanto pare indesiderato. «E’ stato detto che non abbiamo a cuore la sorte delle ottocento famiglie che sarebbero rovinate se chiude “La Cartiera” - ha argomentato il presidente Ascom di Pompei, Fabio Acanfora -. Il nostro progetto risolve il problema dell’occupazione, nello stesso tempo punta a dotare la nostra comunità di una struttura che potrebbe essere utilizzata al fine di incentivare le attività sociali e l’economia del territorio». Neanche a farlo di proposito, le sue parole hanno avuto una eco indiretta in un recente dibattito in cui si è praticamente espressa a favore di questa tesi, quando se ne presenta l’opportunità, la ministra Anna Maria Cancellieri, che nell’occasione si è detta favorevole a salvare dall’abbattimento gli immobili abusivi campani nel caso essi saranno sequestrati dal Comune per essere destinati alle iniziative sociali. Un argomento in più che gioca a favore della tesi dell’esproprio dello stabile commerciale di via Macello, cara ai commercianti del centro che, sull’abusivismo, hanno una cultura invidiabile. Per quanto riguarda però la gestione del nuovo ipotetico centro fieristico-congressuale resta, però, da chiarire chi sarebbe disponibile a metterebbe i soldi per il business. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2