A cura della Redazione
I motivi della protesta ci sono tutti, molti dei quali sono sacrosanti. Ma quella di ieri è stata una nuova occasione con cui i sindacati, con il loro comportamento, hanno danneggiato limmagine turistica del sito archeologico di Pompei. Migliaia di turisti hanno atteso fino alle 10 e mezza di varcare i cancelli degli scavi perché era prevista la fine dellassemblea dei dipendenti, durata unora in più di quanto previsto e comunicato ufficialmente. La causa inattesa del disguido è stata creata dal protrarsi di unadunanza tempestosa dei lavoratori che è diventata, per i vecchi ed i nuovi motivi (difesa della salute contro lamianto, organico dei custodi ai minimi termini per una tutela sufficiente dei monumenti vesuviani, arretrati in termini di riconoscimenti economici e, soprattutto richiesta a gran voce di ripristinare lautonomia di Pompei e dei siti archeologici vesuviani nei confronti del resto della provincia di Napoli). Difatti lassemblea di tutti i sindacati rappresentanti i lavoratori del Ministero dei Beni Culturali in servizio presso i siti archeologici vesuviani (Pompei, Ercolano, Boscoreale, Oplonti e Stabia) è sfociata in un corteo lungo piazza Esedra e Villa dei Misteri. Colpa della classe dirigente del Ministero - hanno dichiarato nel loro documento Cgil, Cisl, Uil e sindacati autonomi - che, lasciando che i problemi dei monumenti e della classe lavoratrice subordinata rimanessero insoluti per anni, ha esasperato i lavoratori rendendo improponibile ogni forma di tregua sindacale. Il problema è che ora sindacato e lavoratori hanno intenzione di manifestare ad oltranza, mettendo in pericolo lintera stagione turistica. I sindacati hanno chiesto alle rispettive segreterie provinciali di invitare il ministro Bray ad un tavolo dincontro urgente e risolutivo, almeno relativamente alle problematiche fondamentali quali lautonomia di Pompei da Napoli che ne divora, secondo i sindacati, ruolo turistico e risorse economiche.
MARIO CARDONE
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