A cura della Redazione
La pièce “La madre” di Bertolt Brecht, una finestra aperta sul comunismo sovietico, di geniale semplicità narrativa, è stata presentata, per la regia di Carlo Cerciello, domenica scorsa al Teatrolab, la rassegna organizzata dal collettivo Pompeilab. Lo spettacolo ha riscosso l’applauso fragoroso del pubblico presente, dopo una riuscita rappresentazione corale e personale riguardo ai protagonisti di una vicenda emblematica della lotta di classe, in cui spicca la figura eroica di Pelagia Vlassova. Il capolavoro di Brecht ha concluso “Tetroloab 2013” con un bilancio complessivo che ha superato le aspettative (si parla di qualità, non di soldi). Un bravo agli organizzatori, a partire dal presidente del centro sociale Antonio Mosca che, insieme agli altri ragazzi dell’associazione che opera presso l’ex depuratore di via Astolelle, ha meritato il successo di pubblico e di critica per l’alto profilo degli spettacoli in programma e la professionalità degli artisti in scena, che hanno recitato in un contesto difficile, migliorato con accorgimenti indovinati e grazie alla magia delle luci della ribalta. In quello spazio sociale, segnato da testimonianze di un trascorso industriale, nessuno avrebbe pensato di fare teatro. E’ un merito in più se è stata superata la prova. Al lavoro dei giovani del Pompeilab, si è unita la direzione artistica di due professionisti dello spettacolo, che hanno contribuito a superare l’ostacolo maggiore, rappresentato dall’indifferenza. A loro va il maggior merito del successo della messa in scena dei quattro spettacoli che il folto pubblico della rassegna ha pienamente gradito. Il cartellone è stato inaugurato da “Anna Cappelli” di Ruccello. L’attrice Adelaide Oliano di “Diffusione Teatro” ed il collega Enrico Vicinanza, controtenore formatosi alla scuola di De Simone e di Florio, hanno coronato con successo l’impegno, nuovo per loro, della direzione artistica. La novità culturale pompeiana si è misurata nella creazione di uno spazio teatrale innovativo che, in un contesto di aggregazione sociale, è pervenuto alla produzione autonoma del secondo spettacolo della rassegna “Amadeus… Genio e delitto”, liberamente ispirato ad una tragedia di Alexander Puskin. Senza fare la graduatoria di merito della rassegna, rimane, alla sua conclusione, nell’animo dello spettatore il segno lasciato dall’emozione suscitata da canti di autentica ed ingenua liricità popolare, accompagnati dai suoni mediterranei de “Le tarantelle del rimorso”. Ritmo frenetico di tarantelle che hanno girato le maggiori piazze d’Europa, giungendo esclusivamente a Pompei (nella regione Campania) nel corso di questa estate. Ritmi della tradizione meridionale si sono alternati a struggenti canti d’amore, di lotta, lavoro e fede religiosa. Versi dell’anima della migliore tradizione contadina interpretati da Pino De Vittorio, accompagnato dalla chitarra di Marcello Vitale. Eventi come quello della sera del 4 luglio contribuiscono a conferire spessore all’iniziativa di rinnovamento del contesto culturale complessivo di Pompei, che vanta una nobile tradizione nel Teatro Grande degli Scavi archeologici, interrotta per sospensione dei finanziamenti da parte della Regione Campania. La speranza di tutti è, ora, quella di contribuire alla creazione di un contesto turistico pompeiano che, in un prossimo futuro, possa valorizzare, anche con contributi finanziari dei privati e delle istituzioni, un’offerta culturale complessa e polivalente di alto profilo, che vada incontro alle diverse fasce d’utenza, per gusti e possibilità economiche. Per quanto riguarda il concerto di musica popolare, la presenza tra gli spettatori di artisti del valore di Beppe Barra, Antonio Florio, Gigi De Luca, Anna Spagnuolo, Fiorenza Calogero, Antonella Morea, Patrizia Spinosi e Renata Fusco, è una chiara dimostrazione in più dell’alto richiamo dell’iniziativa. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2