A cura della Redazione
Un nuovo fardello giudiziario è in arrivo per il sindaco di Pompei. Siamo pervenuti complessivamente a tre casi di natura penale, se non ci sfugge qualche particolare. Tra essi figura una condanna di primo grado legata al condono (che non è stato più concesso) della piscina abusiva della famiglia di un suo ex assessore. Ora la notizia è che l’avvocato Claudio D’Alessio, primo cittadino di Pompei, è indagato per concussione dalla procura di Torre Annunziata. D’Alessio, che è stato riconfermato nella primavera del 2009 alla guida di un’ampia coalizione che prevedeva numerose liste civiche insieme al Partito democratico, ha collezionato ampi successi politici con l’assorbimento, nel corso dei suo mandato, di parte dell’opposizione. Nel corso del suo secondo mandato ha assorbito in maggioranza il suo maggiore avversario (Tortora) e parte della sua coalizione, ma ha perso un pezzo del Pd, configurato in due liste confluite in un gruppo consiliare autonomo. Nei sette anni (fino ad ora) dei suoi due mandati sono arrivate a Pompei due commissioni d’accesso disposte in forma ispettiva dalla prefettura di Napoli, che non hanno trovato infiltrazioni della camorra nella sua amministrazione ma registrato una serie di irregolarità procedurali ed abusivismi che ancora non sono stati sanati. Con lui, indagato per concussione, destinatario di un avviso di conclusione delle indagini è anche il comandante della polizia municipale di Pompei, Gaetano Petrocelli, a cui è stato contestato l´abuso d´ufficio. La vicenda al vaglio della magistratura oplontina riguarda soldi che sarebbero stati pretesi da D´Alessio "come contributo al partito di appartenenza" dall’ imprenditore, Natale Russo, titolare della società Parking Plinio, che per il Comune di Pompei ha svolto in passato il servizio di rimozione e la custodia veicoli trovati dai vigili urbani in divieto di sosta o abbandonati dai legittimi proprietari. Se non avesse pagato, dicono i pubblici ministeri che indagano sull’oscura vicenda, la minaccia era “la revoca dell´appalto". E’ noto che una serie di denunce incrociate sono partite dall’amministrazione di Pompei e dal gestore del Parking Plinio. Questi ha sventagliato ai quattro venti fatture, carte contabili e corrispondenza a dimostrazione del suo credito che ammonterebbe ad alcuni milioni di euro. Al contrario D’Alessio, la sua giunta e la dirigenza comunale ha sempre dichiarato pubblicamente (anche in assise) che le pretese del Russo sono immotivate ed infondate. Nel corso delle indagini c’è stato un intervento della finanza negli uffici amministrativi di Piazza Schettini per cui è presumibile che i magistrati abbiano letto le carte interne al Comune prima di ipotizzare l’accusa. Informato dalla magistratura riguardo alle indagini sul suo conto, D’Alessio si è detto tranquillo della regolarità del suo comportamento ed ha aggiunto: "Il motivo della denuncia nasce dalla fermezza dell’amministrazione a non riconoscere pretese economiche esorbitanti ed aver tutelato gl’interessi dell’Ente di cui sono a capo. Sono certo che nel prosieguo delle indagini si accerterà la estraneità mia e del comandante Petrocelli". MARIO CARDONE