A cura della Redazione
“E’ una vergogna”. Tutti d’accordo le guide turistiche, i ristoratori e gli altri operatori turistici che svolgono la loro attività nel quartiere di Villa dei Misteri, area sita al confine di Pompei che comprende il perimetro occidentale del parco archeologico. In questi giorni di pioggia insistente l’area esterna alle mura della città antica, è soggetta ad allagamento di vasti spazi regolarmente attraversati dalle comitive di turisti provenienti da tutto il mondo, particolarmente numerose in questo periodo autunnale. Notoriamente non è certo la pioggia a frenare l’interesse culturale per gli scavi di Pompei nell’aspettativa di chi ha fatto un lungo viaggio per vedere un sito che rappresenta un mito nell’immaginario collettivo per la sua storica distruzione, dovuta all’eruzione del Vesuvio, che ha rappresentato in pari tempo il fondamento della straordinaria opportunità di conservazione di reperti archeologici che sono riemersi dopo sedici secoli e formano oggigiorno la base della ricerca scientifica che documenta un lungo arco di storia dell’impero romano, i suoi costumi, i modi di vivere ed il suo paesaggio. In queste giornate di pioggia i visitatori sono costretti ad attraversare a piedi nudi vaste pozzanghere che si addensano su via Plinio, piazza Esedra e chiudono letteralmente l’accesso pedonale alla rampa che da Porta Marina inferiore si arrampica fino all’ingresso del Parco di Porta Marina superiore, che si trova proprio di fronte alla locale stazione della Circumvesuviana di Villa dei Misteri. Si parla tanto di valorizzare la “buffer zone” ignorando che Pompei manca di un’area di accesso civile al sito archeologico più importante del mondo, che è in uno stato di precarietà vergognosa. Il problema è atavico e non viene mai affrontato in modo radicale rientrando nel tema solito dello scaricabarile tra i vari Enti che si dividono la responsabilità. Prossimamente il Comune di Pompei avvierà nell’area di Piazza Esedra un cantiere di lavori pubblici che metterà in sicurezza esclusivamente il viadotto che la collega al casello autostradale Napoli – Salerno. “Il problema degli allagamenti è un’altra cosa”. Lo ha spiegato Alfonso Conforti, consigliere comunale di maggioranza dell’amministrazione comunale, che ha seguito le varie fasi storiche che puntavano alla soluzione della questione. Obiettivo che a tutt’oggi non è stato raggiunto perché, come spesso succede, le cose sono state lasciate a metà. In breve il sistema fognario deve essere collegato con pozzi intermedi ai due collettori finali delle acque piovane, siti lungo via Mazzini. Pare che la Regione Campania abbia finalmente deliberato i finanziamenti necessari e l’Autorità di Bacino abbia programmato i lavori, in ritardo di almeno sei anni rispetto ai tempi previsti. Il tutto getta altro discredito sull’immagine di un sito Unesco famoso in tutto il mondo, che dovrebbe essere tenuto nella massima considerazione dalle autorità preposte, ed invece, come sempre, alle dichiarazioni d’interesse non seguono mai gli interventi concreti. MARIO CARDONE