A cura della Redazione
Tutto secondo copione al congresso cittadino del Pd di Pompei, dove si è di nuovo candidata alla direzione del partito, in un’unica lista, la direzione uscente guidata dal segretario Vincenzo Mazzetti. La maggioranza si è pertanto confermata a voti pieni, dal momento che su circa 370 votanti solo una decina ha deciso di collocare nell´urna scheda bianca alle Comunali, riservando il proprio voto esclusivamente al livello provinciale del congresso, dove la totalità dei consensi è andata al candidato collegato a Renzi. A conti fatti, solo una ottantina degli iscritti che hanno ritirato la nuova tessera ha preferito disertare la fase congressuale locale. Gli assenti dovrebbero essere per la maggior antagonisti che hanno preferito non contarsi. Più o meno gli stessi che nell’ultima fase politica si erano autosospesi, dal partito in netta contrapposizione alla segreteria di Mazzetti. Attualmente solo una parte della minoranza dissidente ha confermato la tessera, mentre gli altri hanno preferito non ritirarla. Fra questi ultimi c’è il gruppo delle donne guidato da Rita Montemarano, che si è resa protagonista a Pompei nella gestione di alcune iniziative culturali sulle pari opportunità ed altre che riguardavano l’infanzia locale. Manifestazioni organizzate con la delega del sindaco Claudio D’Alessio. La divisione in opposte fazioni, in contrapposizione permanente nel partito del ramoscello d’ulivo, è nata a seguito del passaggio all’opposizione di quattro consiglieri comunali che, eletti in liste autonome, sono successivamente migrati nel Pd, mentre gli altri due colleghi (tra cui il presidente del Consiglio comunale), insieme al vicesindaco, sono rimasti a sostegno dell’Amministrazione comunale. Attualmente gli equilibri hanno subito nuovi mutamenti in vista della prossima campagna elettorale. La componente di sinistra che guida il Partito Democratico (o gran parte della medesima) è entrata nel movimento “E-laboriamo Pompei”, al quale fanno riferimento anche altri soggetti di opposto orientamento politico. L’unità sarebbe stata realizzata sul programma del fare. La fazione avversaria, al contrario, non ritiene più utile scontrarsi sui numeri all’interno di un partito, ma punta su un intervento “superiore” in previsione dello scontro politico finale. Ne deriva che sul piano pratico, a Pompei, tutto resta come prima. Alla fine sarà d’obbligo un chiarimento per dare un ruolo al Partito Democratico nelle primarie per il candidato a sindaco di Pompei, che dovranno precedere la prossima campagna elettorale amministrativa. MARIO CARDONE