A cura della Redazione
I sindacati territoriali dei dipendenti degli scavi archeologici di Pompei criticano il sistema con cui il Ministero dei Beni Culturali e Turismo intende procedere al reclutamento di nuovo personale di vigilanza (custodi) e amministrativo. “A mezzo l’Ales, una società in house del nostro Ministero”. Spiegano i rappresentanti sindacali di Cgil, Uil e Unsa del personale che opera presso gli Scavi e presso la Direzione della soprintendenza autonoma di Pompei. “Perché - prosegue la nota - se è vero che a Pompei mancano i custodi per garantire l’apertura al pubblico di tutte le domus agibili (Perché restaurate con fondi autonomi della soprintendenza indipendentemente del Grande Progetto Pompei, ndr) è anche vero che il problema principale (nel parco archeologico) è rappresentato dalla totale mancanza di operai da adibire costantemente sia alla manutenzione ordinaria del monumento archeologico, che al restauro degli affreschi, dei mosaici ed al consolidamento di stucchi e murature”. Fanno presente i sindacalisti che, nel frattempo, annunciano di aver ripreso relazioni sindacali “normali” con la rinnovata gestione della Soprintendenza Speciale Archeologica di Pompei, Ercolano e Stabia. “Finalmente, dopo tre anni di assoluta mancanza di dialogo con la Direzione, nei due incontri informali avuti nell’arco di pochi giorni, abbiamo riscontrato la disponibilità a dialogare con il sindacato”. Spiegano i sindacalisti Antonio Pepe, Maria Rosa Rosa e Antonio Sabini, che hanno fatto sapere che nei due colloqui avuti recentemente con il Generale Nistri ed il Direttore Generale Luigi Malnati, attualmente Soprintendente di Pompei per avocazione provvisoria dell’incarico nelle more della nuova nomina, abbiamo riscontrato, da parte di entrambi, la volontà di risolvere le problematiche che affliggono da lungo tempo l’area archeologica”. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2