A cura della Redazione
Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, minaccia la precettazione dei custodi contro scioperi del personale dei musei per impedirne la chiusura senza preavviso. Se il ministro si riferisce a Pompei, siamo in questo caso fuori strada perché il ritardo di tre ore d’apertura dei cancelli degli scavi è stato annunciato dalla soprintendenza vesuviana sulla base non di scioperi ma di proclamazione di assemblee da parte dei sindacati. Assemblee che, come noto, sono state indette per cinque giorni di seguito per ritorsione contro la direzione centrale del Mibact, che non ancora ha pagato arretrati economici che, secondo Antonio Pepe della Cisl, risalirebbero al mese di dicembre dell’anno scorso. Intanto a Pompei il tavolo di concertazione tra il soprintendente Osanna ed i sindacati ha ottenuto un primo risultato concreto con il miglioramento del servizio di vigilanza (altro nodo atavico nei rapporti aziendali) relativamente ai turni dei custodi ed alle risorse da mettere a disposizione. Bisogna ricordare che il personale degli scavi è ridotto al 50 per cento (120 custodi in quattro turni con età media di 55 anni). Al momento c’è la promessa del ministro di assumere 30 custodi a tempo determinato tramite l’Ales Spa, società in house, che a Pompei non si sono ancora visti. In ogni caso l’accordo con Osanna ha sospeso la convocazione delle assemblee fino a venerdì prossimo, quando (con la probabile partecipazione del ministro) si dovrebbe addivenire ad un accordo definitivo sul pagamento degli arretrati economici. Parliamo del motivo principale che è alla base dell’esasperazione dei lavoratori. “L’obiettivo delle assemblee era e rimane il rispetto dei diritti dei lavoratori”. Precisa Antonio Pepe che, dopo la censura al suo comportamento del segretario generale della Cisl (il sindacato che ha rappresentato fino ad ieri) ha rassegnato le dimissioni da segretario della struttura aziendale del sindacato, ma nello stesso tempo riveste ancora il ruolo di rappresentare degli interessi dei lavoratori nella rappresentanza sindacale aziendale. “In questo periodo di grande difficoltà della Soprintendenza archeologica di Pompei, Ercolano e Stabia nel far decollare le gare d’appalto dei lavori pubblici per i restauri delle domus, nell’ambito del Grande Progetto Pompei, non vorrei essere a fare da capro espiatorio”. Conclude la polemica personale il combattivo sindacalista. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2