A cura della Redazione
Fino ad oggi solo una seduta di consiglio comunale nell’era Uliano è stata tenuta, ma già si profila all’orizzonte una differente strategia d’opposizione tra i suoi vari componenti, suddivisi in due gruppi consiliari a norma di regolamento: Partito Democratico, dichiarato immediatamente illegittimo dal suo segretario provinciale, e il gruppo consiliare misto. Da una parte hanno trovato posto il candidato sindaco Franco Gallo e due (Malafronte e Martire) consiglieri della sua formazione elettorale, e dell’altro il candidato alla fascia tricolore Maria Padulosi insieme a Salvatore Perillo, giovane professionista, alla sua prima esperienza, sceso in campo nella lista Cattolici Democratici, insieme all’altra esponente di Elaboriamo, Andreina Esposito, da cui si è dissociata dopo il voto. In una sola battuta, la strategia del gruppo consiliare misto si può definire “di collaborazione autonoma” anche se da un punto di vista formale tutti e sei i consiglieri di opposizione hanno dichiarato in assise di mettere al primo posto il bene di Pompei. Alla luce dei fatti, mentre i tre componenti del gruppo misto sono orientati ad una collaborazione atipica e sporadica (decisa di volta in volta) con la maggioranza, quelli del gruppo consiliare “Elaboriamo” se ne tengono distinti sia nelle dichiarazioni che nei voti assembleari. Il gruppo misto ha eletto alla presidenza l’avvocato Salvatore Perillo. I tre suoi componenti sostengono la loro piena autonomia, sia al loro interno che nei confronti delle altre forze politiche amministrative, ma le due colleghe di Perillo, a detta di molti osservatori, hanno avviato per tempo un percorso d’integrazione a cui manca esclusivamente il crisma dell’ufficialità. Lui, al contrario, si trova qualche gradino più in basso (o più in alto) ed in linea con le sue dichiarazioni programmatiche dopo il responso delle urne. Ha promesso il suo appoggio futuro solo in caso di necessità democratica. Vale a dire se i numeri non saranno sufficienti (a causa di divisioni nella maggioranza) a far passare provvedimenti utili per Pompei. “Darò il mio voto se il mio comportamento tornerà utile alla città, senza impegnarmi formalmente con altre organizzazioni politiche”. E’ Perillo che parla, differenziandosi cautamente anche dalle sue due colleghe in un contesto di rapporti politici caratterizzati dalla provvisorietà. Anche se nessuno lo dice, attualmente gli addetti ai lavori sono tutti col fiato sospeso in attesa della sentenza del Tribunale di Torre Annunziata sulla variante sulla Fonte Salutare a Pompei. Sentenza che con il suo risultato mette in pericolo gli equilibri della maggioranza locale, che potrebbero indebolirsi in caso di sospensione di maggioranza per sentenza sfavorevole. Se gli imputati in quella causa penale (tra i quali due consiglieri di maggioranza) dovessero soccombere in giudizio, i numeri politici cambierebbero mentre il margine di maggioranza si ridurrebbe da tre voti ad uno. In una eventualità del genere è intuibile che possano essere innalzati ponti d’oro a forze fresche disponibili a “riciclarsi”. MARIO CARDONE